Quei "calciattori" eredi in campo di Pasolini

Con "Tre tocchi" Risi prepara un'originale pellicola su cinema e pallone. In vista della mostra di Venezia

Quei "calciattori" eredi in campo di Pasolini

La testa nel pallone ce l'abbiamo da sempre. Ma adesso che cominciano i Mondiali in Brasile e l'aria si fa elettrica, Marco Risi, che gioca da centravanti nella ItalianAttori, la squadra degli attori fondata da Pier Paolo Pasolini nei Settanta, è ancora più galvanizzato. Ha girato dentro uno spogliatoio e allo Stadio Francioni di Latina Tre tocchi, film che mescola sport e spettacolo, polvere e calci e che, molto probabilmente, andrà al festival di Venezia. «Sto aggiungendo una scena, in sala di montaggio», dice il regista milanese, figlio di Dino. La voce risuona allegra, piuttosto in palla, di primo mattino. E più lui ribadisce che il suo «non è un film sul calcio», più si capisce che il cuore del suo lavoro è lì, in quella sfera così simile alla vita. Una volta si fa goal, un'altra volta è palo.

«A volte il gioco del calcio può servirci come valvola di sfogo, è un modo per alleggerire le nostre sconfitte. Dopo aver dato quei famosi tre tocchi al pallone, ci si ritrova a parlare, tra amici, delle proprie ansie e delusioni. Da qui parte l'idea d'un film corale, nella cui trama s'intrecciano sei storie di cinema. Sei vite accomunate dalla passione per il calcio», spiega Marco. La sua squadra è composta dall'aiuto regista e cosceneggiatore Francesco Frangipane (terzino sinistro di spinta); dal musicista Ionis Bascir (attaccante), dal doppiatore Paolo Vivio (centrocampista), dal loro allenatore Giacomino Losi, capitano della Roma nei Sessanta; da Matteo Branciamore de I Cesaroni (mezz'ala sinistra), dall'altro doppiatore Marco Vivio (attaccante), dal pugile Omar Sandrini (mediano) e da altri compagni di gioco, in qualche modo legati al cinema. «Questa squadra è la diretta discendente della squadra degli attori nella quale giocava Pier Paolo Pasolini», sottolinea il regista de Il muro di gomma.

Risi jr. è riuscito a coinvolgere, nei cammei di rito, Luca Argentero e Marco Giallini, Claudio Santamaria e Valentina Lodovini. E c'è pure Paolo Sorrentino, starring se stesso, mentre fa un provino a due attori, che da amici diventeranno rivali, per motivi professionali. La sceneggiatura, scritta con i «calciattori» Riccardo De Torrebruna e Francesco Frangipane, si basa su vicende reali, anche se un po' romanzate. Girato in sette settimane, a basso costo (450mila euro di budget) tra Napoli, Latina e la Basilicata, Tre tocchi vede Marco Risi, tra l'altro, nell'inedito ruolo di produttore, insieme ad Andrea Jervolino.

Tutti hanno accettato di partecipare al minimo sindacale, formula produttiva, che permette il massimo di libertà: «Il fatto che gli interpreti fossero anche veri amici, è stato un elemento fondamentale alla riuscita». E poi, dopo aver montato il set all'ex-Mira Lanza di Pontinia, in una fabbrica dismessa, altri registi hanno scoperto quell'affascinante luogo desolato. Anche la gente di cinema, a volte, si passa la palla.

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