Non ci vuole molto a capirlo. Basta leggersi le classifiche, o le conquiste sui vari podi, dal Festival di Sanremo ai talent-show assortiti. A Sanremo le prime tre postazioni sono andate a Emma Marrone, Arisa e Noemi, mentre Dolcenera, piazzatasi sesta, passeggia spesso e volentieri sulle frequenze radio col suo brano da festival Ci vediamo a casa. Altro che sesso debole: di questi tempi, nella musica leggera, le spalle larghe le sfoggiano le signore. Voce particolare, carisma e, quando c’è, carica sexy, che nell’era dell’immagine ha sempre il suo dannatissimo perché. Come nel caso di Cristina Scabbia, voce dei Lucuna Coil, ottima cantante ma anche icona «vamp-dark» di culto in mezzo mondo (tranne forse l’Italia).
Dietro ai volti citati in principio ci sono nuove artiste in ascesa che, senza dirlo ma facendolo capire, puntano a una piazza molto più ampia che quella profumata dai fiori di Sanremo. Basti pensare a ragazze piene di ambizione e body language, giovani artiste come Tying Tiffany e Thony, che condividono tra loro non solo una bella manciata di lettere dell’alfabeto ma un’abile capacità di farsi fenomeno underground di culto. La prima, Tying Tiffany, è una bellissima bolognese di origini padovane, classe 1978, ex bassista in una band, ex DJ, ex stellina del sito SG (Suicide Girls), spazio web in cui ragazze da tutto il mondo sfoggiavano photogallery di estetica punk decisamente «esplicita», infine ex rockettara convertitasi dal punk alla musica elettronica, fiutando intelligentemente il revival che questo tipo di pop ha subito nell’ultimo lustro. Detto, fatto: il Get Physical di Berlino, la capitale della musica elettronica europea se non mondiale, la inserisce, con il brano You Know Me nella raccolta Full Body Workout Vol. 2.
Da quel momento è una scalata ai margini dei media di casa nostra ma al centro della scena underground continentale, passando dai club di tutta Europa, condividendo il palco con monumenti come Iggy Pop e nomi di culto come Gogol Bordello e Eels. Ci vuole il 2008 per farla conoscere al pubblico italiano con un brano in lingua madre intitolato Pazza. Del 2010 è il suo ultimo album, People Temples, nella cui tracklist è presente il brano Storycide, inserito nella colonna sonora di un episodio del serial Csi. Il botto vero e proprio potrebbe essere dietro l’angolo: sarà la colonna sonora di The Hunger Games, imminente blockbuster Usa con l’ambizione di soppiantare la saga Twilight nei cuori degli adolescenti di tutto il mondo.
Poi c’è Thony, di tutt’altra famiglia musicale, meno provocante, più autoriale. Cantautrice di origini siculo-polacche, si è fatta notare, partendo dalla piazza di Internet, col suo album d’esordio With The Green In My Mouth. E a differenza di Tying Tiffany - protesa verso l’eccesso sonoro come cifra stilistica - Thony punta sull'intimismo, proponendo brani chiaramente nati sulla chitarra, senza campionamenti o gadget techno. Le sue passioni giovanili (Luigi Tenco, ma anche folk, rock e soul) e le sue collaborazioni (con musicisti provenienti dall’ambiente Amor Fou, La Crus e Capossela) dicono più di tante parole. Il regista Paolo Virzí l’ha scoperta su Facebook, arruolandola come attrice (e compositrice della colonna sonora) del suo prossimo film: Tutti i santi giorni. Riprese alle prime battute.
Anarcoide, cantautrice di un folk-pop arrabbiato, è invece Maria Antonietta, vero nome Letizia Cesarini, giovane marchigiana di Pesaro. Partita cantando in inglese, con il nome francesizzato di Marie Antionette nel 2010 pubblica un album dal titolo inquietante: Marie Antoinette Wants To Suck Your Young Blood (Maria Antonietta vuole succhiare il tuo giovane sangue), ed è solo nel 2012, con un album a lei omonimo, che passa all’italiano.
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