Cultura e Spettacoli

"Racconto Ieri e oggi di sei fuoriclasse Mediaset? Resto in Rai"

Il presentatore pronto a replicare il successo del format di Rai3: «La nostalgia vince sempre»

"Racconto Ieri e oggi  di sei fuoriclasse Mediaset? Resto in Rai"

E il gran Re della Memoria Televisiva fece un'altra volta boom. È stato l'inatteso successo della prima edizione di Ieri e Oggi («Erano vent'anni che la seconda serata di Raitre non raggiungeva il 9 per cento», commenta il direttore Coletta) a lanciare la seconda, da domenica 16 giugno nel repechage dello storico titolo Rai. Condotto manco a dirlo - da colui che sul passato Rai ha costruito il suo futuro. E a proposito di futuro: Carlo Conti torna a condurre Ieri e Oggi proprio mentre in prossimità della scadenza del contratto - circolano voci di un clamoroso addio a viale Mazzini. «Già. E così mi sento tirare per la giacchetta in maniera anche divertente. La verità è un'altra: spero di continuare a lungo la mia collaborazione con la Rai. Le trattative sono in corso, come ogni volta che sta per scadere un contratto. Ci siederemo ad un tavolo e sono certo che non sarà difficile trovare un accordo».

Si dice che Mediaset l'abbia contattata dopo che la Rai le aveva chiesto di abbassare il suo compenso.

«Veramente sono già due volte che la Rai me lo chiede. E che io accetto. Mediaset sì: mi ha contattato. Ma quando sei sul mercato è normale che accada. La verità? Non ho mai pensato, mai, neppure una volta, di trasferirmi da loro. Il matrimonio con la Rai fila a meraviglia, da anni. E i matrimoni che filano non s'interrompono. Tutto il resto sono solo chiacchiere».

E poi forse l'erede di Baudo non vuol seguire le orme di quel transfuga: la salatissima penale che Pippo dovette pagare per rientrare in Rai, vendendosi un intero palazzo di proprietà .

«Io non possiedo palazzi di proprietà. Da quel lato sono tranquillo. E poi quelli erano altri tempi: magari fra due anni le reti del web avranno superato quelle normali. E le occasioni di trasloco saranno ben altre».

Se non del futuro, allora, parliamo dello ieri. Perché un programma vecchio di 52 anni, e basato sulle immagini di repertorio che allora erano una novità, e oggi sono perfino abusate, ha tanto successo?

«Perché le idee semplici non hanno tempo. Quando ho proposto a Raitre di riprenderlo, ricordavo lo Ieri e Oggi che da bambino consideravo un mito, e che per nove anni ho seguito con la conduzione di Lelio Luttazzi, Arnoldo Foà, Paolo Ferrari, Mike Bongiorno, Enrico Maria Salerno, Luciano Salce. E anche se il ricorso alle teche Rai oggi è prassi comune, il loro effetto un misto di nostalgia e curiosità - è ancora infallibile».

Chi siederà accanto a lei per rivedere il sé stesso di dieci, venti, trent'anni fa?

«Sei fuoriclasse, tutti uomini. Apriremo con Giorgio Panariello e Vincenzo Salemme: gli unici che potevo intervistare conoscendo le risposte prima ancora di far loro le domande. E poi Maurizio Costanzo: un'emozione vera, per me, intervistare il re delle interviste. Quindi Renzo Arbore (ricordo quando a scuola ascoltavo di nascosto al transistor il suo Alto Gradimento), Piero Chiambretti, Lino Banfi».

Oggi, in epoca di dvd, youtube, replay sul web, il passato televisivo è alla portata di tutti. I suoi ospiti hanno ancora il vezzo di criticarlo? E il pubblico in studio si stupisce ancora di riscoprirlo?

«Direi che per gli uni e gli altri è soprattutto una vera sorpresa. Salemme si è quasi commosso a rivedersi venticinquenne nel Cilindro, accanto ad Eduardo De Filippo, quando esordì pronunciando la sua prima battuta teatrale: Cinque lire. E Costanzo si è stupito di assistere a cose fatte da lui, che non solo non aveva mai rivisto ma che aveva perfino scordato. Nel pubblico sono i giovani a rimanere più affascinati. Scoprono quanta gavetta segreta, quanta inattesa fatica c'è dietro a tante carriere sfolgoranti».

E dopo Ieri e Oggi, quale sarà il «Domani» di Carlo Conti?

«A chi pensa che me ne vada, dico: sto già preparando L'Eredità e Lo Zecchino d'Oro. Sanremo? Non farei mai solo il direttore artistico. Potrei mandare un altro sul palco a render conto del lavoro che ho fatto io? Però ho accettato di selezionare le canzoni dello Zecchino.

Ed è stata una sfacchinata».

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