In televisione «il bello della diretta» è sempre meno bello perché i nuovi ritmi impongono una rapidità così incalzante che soltanto il montaggio può soddisfare. Perciò molto spesso programmi di grande successo sono il frutto di un'accurata opera di post produzione. In radio invece c'è ancora una bipartizione molto più marcata tra i palinsesti a prevalenza di «registrazioni» e quelli completamente in diretta. Qual è la differenza? Innanzitutto la capacità di interagire con gli ascoltatori, non soltanto attraverso le telefonate o i messaggi social, ma soprattutto con gli aggiornamenti delle notizie in tempo reale. Ormai siamo abituati a essere informati pressoché all'istante di ciò che accade anche dall'altra parte del mondo e quindi, anche in questo, tante radio hanno imparato la lezione del web e funzionano come fonte costante di grande informazione. È un ruolo che si può garantire soltanto «in diretta» per evitare che, come accade in molte emittenti, la programmazione non cambi nonostante fatti di cronaca gravi o emotivamente coinvolgenti. Dopotutto, non può cambiare, perché il palinsesto comprende quasi esclusivamente interventi registrati. Invece il limite della radio «in presa diretta» è che il ritmo sia sempre forsennato e che perda per strada il necessario approfondimento.
Ovviamente la via di mezzo sarebbe la soluzione migliore ma occorreranno ancora molti anni prima che si trovi un equilibrio. Nel frattempo gli ascoltatori si divideranno sempre più tra chi cerca nella radio fantasia o nostalgia e chi desidera uno stimolo sempre aggiornato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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