Claudio Cecchetto compie 70 anni ma, si sa, l'età è soltanto una convenzione sociale. Non a caso lui ci arriva con l'etichetta (meritata) di «giovane per sempre», se non altro perché la sua lezione rimane ancora attualissima. «Quando ero giovane mi sembrava già un altro mondo Marcello Marchesi con L'uomo di mezza età figuriamoci quello che pensavo di chi allora aveva 70 anni. A questo compleanno ci arrivo tranquillo, per fortuna la testa è rimasta quella di sempre, è il fisico che non è d'accordo quando gli chiedo di correre per tre chilometri», ha spiegato all'Ansa in qualità (anche) di candidato in campagna elettorale per la carica di sindaco a Riccione. Comunque vada alle urne, Cecchetto (foto) in passato ha vinto tante volte le elezioni senza neppure fare campagna elettorale. Gli è bastato individuare i talenti giusti e dare nuovi connotati a quelle che erano le «radio libere» fondando Radio Deejay e Radio Capital.
In poche parole, Claudio Cecchetto, nato a Ceggia provincia di Venezia il 19 aprile 1952, ha messo la firma su di una parte decisiva dello spettacolo italiano, presentando pure il Festival di Sanremo e portando al successo un super classico come Gioca Jouer. «Per me il miglior obiettivo è arrivare al numero uno e per ottenere questo risultato il punto di partenza è fare qualcosa che manca: ho prodotto ciò che non c'è, puntando sulla forza dei talenti». Un talent scout arrivato dalla provincia che ha lanciato tanti personaggi che arrivano dalla provincia come Gerry Scotti, Fiorello, Fabio Volo e Max Pezzali che, con Jovanotti, sono tra i suoi più grandi successi.
Ma forse il suo successo più grande è stato quello di demolire i pregiudizi di tanta critica. Quasi tutti i «personaggi» che ha lanciato sono stati bombardati dalla stampa prima di consacrarsi a furor di popolo. La conferma di un intuito libero da ogni condizionamento «radical chic». Buon compleanno.
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