Cultura e Spettacoli

Luigi Santarelli, la voce del buon senso nel nuovo giornalismo radiofonico

Luigi Santarelli, la voce del buon senso nel nuovo giornalismo radiofonico

Poi ci sono le eccezioni. Luigi Santarelli è una rara eccezione nel giornalismo radiofonico spesso (troppo) arrembante e (poco) informato. Ha 23 anni, romano con la cadenza garbata di chi ha studiato molto, ed è sempre più presente nei palinsesti di Rtl 102.5, una delle poche radio italiane che abbia voluto davvero puntare sul rinnovamento. Santarelli è dal venerdì alla domenica in Non Stop News, che è la corazzata informativa del mattino dalle 6 alle 9. Poi è di fianco a Massimo Giletti in Giletti102.5 dalle 8 alle 9 del venerdì. Poi è parte della squadra de L'indignato speciale con Davide Giacalone, Andrea Pamparana, Enrico Galletti e Barbara Sala dalle 9 alle 11 della domenica. E poi, infine, è pure una delle voci del radiogiornale e qui non ci sono orari prestabiliti perché capita di sentirlo «random» in qualsiasi edizione dal mattino alla sera.

Il suo è un percorso del quale vale la pena parlare per due motivi. Il primo è senza dubbio radiofonico perché Santarelli lo riconosci subito e poi perché, già dall'impostazione della voce e dalla scelta del vocabolario, garantisce assenza di enfasi e abitudine alla verifica delle fonti. Capirete che è una rarità. Ma poi la vicenda di un neolaureato in ingegneria che segue la propria (irresistibile) vocazione e sceglie un campo distante dai propri studi si presta a un'ulteriore e attualissima riflessione. Se si ha voglia di mettersi in gioco e si ha talento, i margini lavorativi ci sono e possono essere molto gratificanti come in questo caso. In poche parole, Santarelli conferma che la predisposizione a quella fase fruttifera ma faticosa che una volta si chiamava «gavetta» è ancora una condizione essenziale del successo duraturo. E pazienza se qui e là inciampa in qualche formalismo di troppo: Luigi Santarelli conferma che il talento e la volontà sono i passepartout per realizzare i propri sogni.

A patto di averli (e non scambiarli, come fanno tanti suoi coetanei, per diritti inalienabili).

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