Da anni l'Indignato speciale su Rtl 102.5 vince una delle sfide più complicate per le radio commerciali: fare informazione approfondita e ragionevole. Oltretutto lo fa alla domenica mattina, in una delle fasce orarie più impraticabili per questo tipo di informazione. Insomma, dalle 9 alle 11 Barbara Sala, Andrea Pamparana, Davide Giacalone (nella foto), Luigi Santarelli ed Enrico Galletti ogni settimana affrontano un argomento di stringente attualità e ne discutono tra loro oltre che con gli ascoltatori. Voi direte, embè, che sarà mai. In realtà l'Indignato speciale è un'isola felice dentro un palinsesto che obbliga ferocemente a sacrificare pensieri e parole sull'altare del ritmo (e dal quale uno dopo l'altro vanno via gli speaker più prestigiosi). È una squadra vincente e difatti raggiunge tutte le volte l'obiettivo. Capitava già quando conduceva il superlativo Fulvio Giuliani e capita tuttora con l'arrivo di due enfant prodige della radio, Enrico Galletti e Luigi Santarelli, così bravi anche perché sono in controtendenza rispetto a quasi tutti i giovani al microfono: pochi superlativi, pochi social, molta competenza. Oltretutto si confrontano con Pamparana (ieri assente) e Giacalone (che è anche direttore editoriale della Ragione), due signori professionisti che ce ne fossero. In ogni caso, anche la puntata dell'Indignato speciale di domenica 23 è stata un piccolo gioiello di radiovisione alle prese con l'insediamento della premier Meloni, i tempi imprevisti del suo colloquio con Draghi e l'inevitabile concitazione di quei momenti. Perciò l'Indignato speciale è un programma da servizio pubblico, ma è troppo poco fazioso per poterlo anche solo immaginare là.
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Forrest su Radio1 ha invece il pregio di non nascondere la faziosità. L'ironia di Luca Bottura e la bravura di Marianna Aprile si candidano di diritto a primo programma radio di opposizione. Però urge un contraltare.
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