Riecco Anastacia: "Sono risorta dopo il cancro"

La popstar: "Ho vissuto un dramma". A giugno show all'Arena di Verona

Riecco Anastacia: "Sono risorta dopo il cancro"

A guardarla qui, così piccola e minuta alla Feltrinelli in centro a Milano, manco diresti che Anastacia sia una sopravvissuta. Morbo di Crohn. Due tumori al seno. Doppia mastectomia salvifica. In tutti questi anni ha fatto la popstar quasi a tempo perso. Alti e bassi. Ha venduto milioni di copie (16 solo per Freak of nature del 2001, 12 per Anastacia del 2004) ed è sparita. Ha toccato il paradiso con un dito e l'inferno con un piede. Ha pubblicato It's a man's world, un disco di cover rock (cantando anche Back in black di Ac/Dc e Sweet child o' mine di Guns N'Roses) che la critica non ha quasi considerato.

Ma adesso è tornata con un disco bello tosto, potentemente soul e molto intenso, che dal titolo spiega già tutto: Resurrection. «Sì sono risorta, il mio nome in greco antico significa resurrezione e il cancro mi ha portato a sentir ancor più vicina questa parola». Quando a fine marzo ha cantato Stupid little things in anteprima mondiale ad Amici di Maria De Filippi, duettando anche con una concorrente, s'è capito che Anastacia Lyn Newkirk, 46 anni di Chicago, ha sublimato la sofferenza facendola diventare melodia ancora più profonda: «Le cose piccole e stupide cui si riferisce il titolo sono il traffico sulla strada oppure il cappuccino macchiato male: in realtà bisogna mantenere una visione più globale e capire che ciò che conta davvero sono l'amore, la famiglia, il rispetto reciproco». Fasciata da un abitino fino ai piedi, un cappello calcato in testa, Anastacia sa come far show con una mossa, una battuta, un'occhiata maliziosa. E la sua voce, da sempre considerata un prodigio, ora è ancora più potente, rotonda, quasi inarrestabile.

Certo lei, che comunque conserva quell'enfasi tipicamente old America, ha sempre detto che le tre immagini sufficienti a individuarla sono «forte, più forte, la più forte». Però talvolta ha mostrato di essere fragile, o addirittura rassegnata: «Ho superato momenti difficilissimi ma non ho voluto rendervi partecipi di tutto per non rattristarvi», ha detto ieri sorridendo e scherzando con i suoi fans, una delle quali si è addirittura commossa facendole una domanda. E forse il segreto del clamoroso successo di Anastacia arriva anche da questo saliscendi emotivo al quale il pubblico si è giocoforza adeguato, accompagnandola in questi quindici anni con un affetto difficile da ritrovare altrove. E a confermarlo non sono soltanto le vendite discografiche, comunque da superstar specialmente in Europa. O il fatto che partecipi a eventi di grande risonanza come lo show del primo giugno al'Arena di Verona (Lo spettacolo sta per iniziare, presenta Antonella Clerici in diretta su Raiuno).

Ma a far la differenza è soprattutto la stima, sentimento sempre più difficile da abbinare al rapporto con gli artisti pop. Anastacia si è sempre messa in gioco ed è aiutata da una voce indubbiamente quasi innaturale tanto è inarginabile e non catalogabile. La riconosci subito, a prescindere dalla canzone che canta: ed è per questo che all'inizio della propria carriera ha dovuto fare i conti con un sacco di no.

«Quella che per qualcuno è una maledizione, ossia la mia malattia, per me è stata una benedizione: mi ha aiutata a controllare le mie emozioni», ha spiegato. Ma è vero solo in parte: dal vivo, sia che parli sia che canti, Anastacia è una forza della natura, davvero.

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