Riparte «The Voice» I Facchinetti inaugurano la «poltrona a due»

Riparte «The Voice» I Facchinetti inaugurano la «poltrona a due»

Insomma The Voice stavolta è alla prova del nove: dopo una prima edizione di rodaggio e una dominata da Suor Cristina adesso bisogna portare a casa il risultato. Non tanto quello di share , quanto quello di talent: trovare un talento vero da consacrare in cima alla classifica (J Ax dixit ). E ieri, durante la presentazione negli studi Rai di via Mecenate a Milano della stagione che inizia domani sera (diretta su Raidue), l'atmosfera era proprio quella determinata e tesa di chi deve raccogliere il risultato. Intanto Raffaella Carrà è stata sostituita non con uno solo ma con ben due coach seduti su di una poltrona doppia: Roby e Francesco Facchinetti, padre e figlio, uno autore stellare della musica italiana con i Pooh e da solista, l'altro neo manager di «alcuni artisti già finiti in cima alla classifica». Insieme hanno scherzato: «Per sostituire una Carrà ci sono voluti due Facchinetti». Il resto della squadra, da Noemi al sempre più in forma J Ax, non cambia e sono stati confermati anche Federico Russo alla conduzione in video e Valentina Correani nella veste di V-reporter per il web e i social network.

E, visto che anche la formula rimane ovviamente quasi inalterata, ci ha pensato Pelù a fare un po' di polemica. Forse esagerando. «Siamo vittime di un tafazzismo criminale e contagioso - ha detto parlando dei risultati commerciali degli ultimi partecipanti a The Voice -. La casa discografica non ha offerto a questi ragazzi neppure una possibilità». La casa discografica che si occupa di The Voice , per dirla tutta, è la Universal, responsabile peraltro di una gigantesca ed efficiente promozione a Suor Cristina. Per chiudere il suo intervento polemico, Pelù ha poi invitato le etichette indipendenti a farsi avanti loro, dimenticando che tante «indipendenti» hanno sempre avuto un atteggiamento pregiudiziale, se non ostile, verso i talent show. Molto più ragionevoli J Ax («Sono tutti problemi che si possono risolvere») e Roby Facchinetti («Ben vengano programmi così per dare la possibilità ai giovani di farsi conoscere»).

E mentre il direttore di Raidue Angelo Teodoli ha giustamente sottolineato che «una cosa è la trasmissione, un'altra è la carriera che i ragazzi possono fare», ora la palla passa allo show e vediamo come andrà a finire.

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