Rivedersi la vita in tv I 60 anni della D'Urso

A Domenica Live il "film" dei suoi ricordi, tra gioia (la sua) e commozione (di tutti)

Rivedersi la vita in tv I 60 anni della D'Urso

Lei impietrita, gli occhi spalancati e fissi. Ieri era il suo compleanno ma Barbara D'Urso non si aspettava che lo avrebbero celebrato in diretta tv durante la sua Domenica Live su Canale 5. Un'oretta dalle 18 fino alla fine nella quale è passata tutta la sua vita sullo schermo o in studio, foto dopo foto, immagine dopo immagine. Sorpresa dopo sorpresa. La prima è stato il collegamento con Wanda, la sua seconda madre, la moglie di suo papà dopo esser rimasto vedovo. Barbara D'Urso aveva undici anni e nel suo libro autobiografico ha scritto che «anche se ero piccola, capii che papà aveva fatto la scelta giusta, Wanda diventò fondamentale per me, la mia seconda madre». Poi la D'Urso si sposta nel «cinema emozionale», una saletta vicina allo stdio. Sullo schermo passano le immagini dei genitori, la sua prima comunione, le estati al mare, i cinque fratelli (che poi arriveranno in studio). Lei è commossa, teatrale ma commossa, anche quando passano le immagini dei suoi primi successi, della sua canzone, del flirt con Vasco Rossi che, in un filmato di quel tempo, la descrive un po' impacciato con il viso ancora incorniciato dai riccioli. C'è pure una parte dedicata al suo matrimonio con Michele Carfora, il taglio della torta nuziale, il tradimento scoperto via rotocalchi rosa, il divorzio, gli strascichi legali. Una vita intensa racchiusa in poche pillole. Quando torna in studio, Barbara D'Urso ritrova il suo primo fidanzatino: appare in studio con un mazzo di fiori, si abbracciano, si guardano e si confrontano con le foto scattate al tempo.

Una celebrazione che ha avuto i toni enfatici ed entusiasti di qualsiasi festa di compleanno (la D'Urso ha poi celebrato con gli amici alla sera in un locale di Milano).

Ma il pregio è stato di non aver nascosto anche i lati personali e negativi, trasformandoli invece in capitoli di una storia personale e professionale senza dubbio avvincente. Dopotutto lei è diventata la signora del rotocalco e si è costruita da sola partendo da annunciatrice in una piccola tv milanese e poi, con alti e bassi, è diventata una delle figure più divisive e seguite della televisione italiana.

Di certo non le si può negare l'impegno, visto che, a eccezione del sabato, è in tv sei giorni su sette e presidia, grazie alla sua redazione e ai suoi autori, la cronaca e l'attualità popolare, quella certamente più spicciola ma anche quella che costruisce la nervatura dei discorsi quotidiani di tutti, anche di chi lo nega. È il bello, o il brutto, di fare pop: occuparsi di ciò che interessa a quasi tutti sapendo che pochi ne riconosceranno l'importanza.

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