Il rocker canta "siamo vivi...": ecco il nuovo video

Una chitarra grintosa assai. E un testo immediato, molto rock e ancor più autobiografico: «Siamo vivi, domani chi lo sa?». A Vasco Rossi non sembra vero di sbarcare oggi in tutte le radio italiane con il suo primo inedito dopo I soliti del 2011. Per di più con un titolo come L'uomo più semplice (scritto con il grandissimo Gaetano Curreri). Lui, dalle martellate critiche di Nantas Salvalaggio in avanti, si è sempre definito così e ha sempre criticato chiunque provasse a negarlo. Sarà per questo che l'arrangiamento del pezzo è quasi «nu metal», con batteria e basso molto aggressivi e registrate in primo piano. La chitarra solista poi. Nelle note a corredo del singolo non c'è scritto chi la suoni. Ma chiunque sia (Maurizio Solieri, criticato per essere troppo manierista, oppure Stef Burns, già al fianco del durissimo Alice Cooper), ha una pedaliera di effetti molto in linea con le tendenze del momento. Insomma, un Vasco duro e puro inizia così il suo Rinascimento dopo il disastro fisico e, com'è comprensibile, anche psicologico. Concerti annullati, ricoveri improvvisi, esternazioni quasi incomprensibili su Facebook e, soprattutto, silenzio discografico da un bel po'. E sospetti, quanti sospetti. Da quando ha dovuto cancellare gli show nella tarda estate 2011, su Vasco si è detto di tutto.

E da quanto si sa, lui ha letto, ha sofferto, ha sperato di tornare presto ad accendere il microfono. Che cosa abbia avuto non si sa con esattezza, forse una endocardite. Ed è anche giusto non saperlo, non solo per motivi di privacy: anche i personaggi pubblici hanno diritto di mantenere segreto il proprio stato di salute. Ma di certo adesso Vasco torna più incazzato di prima (absit iniuria verbis).

Adesso canta com'è, e lo fa con una voce più gonfia del solito. E spiega il suo core business: non sono chissà cosa, sono un tizio qualsiasi ma anche «un uomo solo», ossia fuori dal gregge, indipendente e magari pure antipatico. In fondo, sono trent'anni che ce lo dice e, a modo suo, lo dimostra. E forse, più ancora del testo, è proprio l'arrangiamento a dare forza alle parole: una botta rock, neanche Gioca con me, il brano che ha registrato con Slash (ex) dei Guns N'Roses, era così monolitico e insinuante. Per di più, dopo L'uomo più semplice, Vasco pubblicherà un altro singolo in primavera, estratto dalle canzoni che ha inciso in queste settimane. E poi tornerà a cantare dal vivo. Negli stadi ovviamente. Dalle indiscrezioni, sembra che i concerti saranno quattro, nel periodo compreso tra metà maggio e metà luglio. Lui lo ha annunciato su Facebook senza precisare altro. Intanto non si esibirà a San Siro, visto che il calendario dello stadio è già stato praticamente occupato per intero da Jovanotti, Depeche Mode, Negramaro, Bon Jovi e Robbie Williams. Però sembra quasi certo che abbia deciso di concentrarsi proprio su quegli stadi che dovette «annullare» nel 2011. Per cominciare Torino e Bologna. Ed è probabile che le quattro date già fissate poi diventino sei, visto che il ritorno di Vasco sul palco - per quello che sarebbe davvero la sua resurrezione - è destinato a trasformarsi in uno degli eventi più gettonati della stagione.

Poi, e solo poi, si parlerà del nuovo disco. Nel frattempo Vasco sarà di nuovo «salito» in campo. E, se proprio bisogna dirlo, mostrerebbe di essere sul serio più rock di tutti quelli che, alla prima scusa, si mettono le pantofole e si godono la pensione.