
Arriva nei cinema l'ennesimo adattamento del leggendario melodramma di William Shackespeare, stavolta col titolo di "Romeo & Juliet" e la regia di Carlo Carlei. A modificare leggermente il celebre testo per renderlo appetibile ai teenager del 21° secolo pur non tradendo lo spirito dell'opera originale, è stato Julian Fellowes, sceneggiatore premio Oscar per Gosford Park e creatore della serie tv Downton Abbey. La storia è assai nota. Siamo nella Verona rinascimentale e due giovani appartenenti a famiglie rivali, Giulietta Capuleti e Romeo Montecchi (Hailee Steinfeld e Douglas Booth), si innamorano a prima vista in occasione di una festa dei genitori di lei a cui lui si è introdotto con l'inganno. Complice la disgrazia dell'uccisione da parte di Romeo del cugino di Giulietta, gli eventi precipitano e il ragazzo, per non incorrere nella pena di morte, deve vivere da esiliato. Prima di partire non manca però di sposare in segreto la sua amata con l'aiuto di Frate Lorenzo (Paul Giamatti), che escogiterà un piano per riunire i due innamorati. Bisogna ammettere l'eccellenza dei reparti tecnici responsabili dell'attenta quanto sontuosa ricostruzione dell'epoca: paesaggi, costumi, balconi, duelli, tutto ha una rappresentazione stilistica impeccabile e ricca. L'impostazione narrativa è classica e tradizionale e il cast vanta comprimari di grande livello, basti pensare alle performance di Paul Giamatti e di Damian Lewis (il sergente Brody di "Homeland").
A lasciare l'amaro in bocca sono però gli attori principali, soprattutto l'interprete di Giulietta, Hailee Steinfeld (già vista in "Il Grinta" ed "Ender Games"), che appare fuori parte perché un po' troppo goffa e sgraziata. E' vero che l'assenza in lei di carisma e sensualità rende la sua figura ingenua e tenera, così come è inconfutabile che la sua bellezza ordinaria può far scattare più facilmente il processo di immedesimazione nell'adolescente media ma, per quanto triste e cinico da ammettere, sembra poco credibile che un Romeo avvenente come Douglas Booth ("Posh" e "Jupiter") possa perdere istantaneamente la testa alla vista di lei. Apprezzabile è invece la scelta registica di mettere l'accento sul lato romantico della vicenda, rappresentando il sentimento dei due giovani come fresco e puro, omettendone quasi del tutto la componente erotica. Nonostante il racconto non possa presentare sorprese perché conosciutissimo, "Romeo & Juliet" riesce a coinvolgere abbastanza, al netto di qualche scena in cui il déjà vu oscilla tra "Twilight" e "Fantaghirò". In più di un momento, durante la visione, si viene assaliti dal dubbio che non fosse necessaria una nuova versione del dramma d'amore shakespeariano perché i suoi precedenti adattamenti sono talmente di pregio da non potersi dire datati.
L'elegante film del 68 firmato da Franco Zeffirelli e la rivisitazione pop di Baz Luhrmann che diciassette anni fa assemblò linguaggio seicentesco e ambientazione postmoderna, restano infatti pellicole irraggiungibili e, per il futuro, converrà ritenerle definitive piuttosto che dare alle sale nuovi prodotti che siano solo la loro pallida imitazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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