Sanremo 2020

Sanremo, finale col botto: 11,5 milioni di spettatori e 60,6% di share

Numeri in crescita rispetto allo scorso anno, quando il festival veniva condotto da Claudio Baglioni. Dati più alti dall’edizione del Sanremo 2002

Sanremo, finale col botto: 11,5 milioni di spettatori e 60,6% di share

Un altro festival se ne va. Con lui polemiche e tormentoni. Chiude però in grande stile. Un finale col botto. Sanremo termina con un boom di ascolti. È stato di 11 milioni 476mila spettatori e share del 60,6% l’ascolto medio della serata finale del Settantesimo Festival di Sanremo, in onda su Rai1. Lo scorso anno la media spettatori fu pari a 10 milioni 622mila e quella share 56,5%, quindi questa edizione si congeda con un risultato in crescita.

La media share della serata finale è stata la più alta dal 2002. Ieri ha registrato il 60,6%, quell’anno la serata conclusiva del Sanremo, condotto da Pippo Baudo con Manuela Arcuri e Vittoria Belvedere, registrò il 62,66%. La serata finale, che ha incoronato vincitore Diodato, è stata seguita in media, come detto, da 11 milioni 476mila spettatori. L’anno scorso l’ultima serata del festival con Claudio Baglioni e Virginia Raffaele aveva raccolto in media 10 milioni 622mila telespettatori pari al 56.5%, mentre nel 2018, sempre Baglioni conduttore affiancato da Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, avevano seguito la manifestazione in 12 milioni 125mila spettatori, con una share del 25.3%.

La prima parte della serata di ieri (dalle 21.32 alle 23.52) è stata seguita da 13.638.000 spettatori con il 56,8% di share. La seconda parte (dalle 23.57 all’1.59) da 8.969.000 spettatori con il 68,8% di share. Lo scorso anno l’ascolto medio della finale fu superiore per ascolti e inferiore per share: il Baglioni bis ottenne un ascolto medio (dalle 21.20 alle 1.26, durò quindi oltre mezz’ora in meno) di 12.125.000 spettatori con il 58,3%. Anche il primo Baglioni ottenne una media di spettatori più alta, ma uno share più basso, con 12.022.000 spettatori e il 58,41% di share (dalle 21.14 all’1.45).

Ha vinto Diodato. Dopo aver alzato il leone con la palma al cielo, il premio tanto ambito dai cantanti italiani, il primo pensiero del vincitore del Festival è andato alla sua città, Taranto, dove è impegnato da tempo, insieme all’attore Michele Riondino (tarantino anche lui), nella lotta per la tutela dell’ambiente e della salute non sempre rispettate per la presenza dello stabilimento siderurgico a pochi passi dalla città.

È dal primo maggio 2013 che Diodato è, infatti, al fianco del comitato dei cittadini e dei lavoratori, organizzatore del contro-concertone (in aperta antitesi col concerto del Primo Maggio a Roma creato dai sindacati oltre vent’anni fa). “Questo premio lo dedico alla mia famiglia e alla mia altra famiglia, tutte quelle persone che hanno lavorato con me sul mio progetto musicale, con una grande delicatezza. E poi ci tengo a dedicarlo alla mia città e a tutti quelli che lottano ogni giorno per una situazione insostenibile”.

Ma torniamo ai numeri. Sono stati 37 milioni di euro i ricavi Rai ottenuti da questa edizione. Lo scorso anno furono 31. Lo ha riferito Antonio Marano, presidente di Rai pubblicità, che aveva il compito di coordinare l’intera attività che riguardava la realizzazione del Festival sul territorio. Un balzo in avanti.

Un surplus notevole, specie se comparato al 2017 e al 2018, quando i ricavi furono di 27,5 milioni in entrambi i casi.

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