"Scatta l'ora legale: panico in Italia. Ma il problema è serio"

I due comici nel nuovo film scherzano con la corruzione. In nome dell'onestà

"Scatta l'ora legale: panico in Italia. Ma il problema è serio"

Sesto film di Salvo Ficarra e Valentino Picone, L'ora legale esce giovedì prossimo in più di 600 schermi e ha tutte le carte in regola per conquistare il pubblico più ampio anche perché è pensato per tutta la famiglia. Così in un fantomatico paese della Sicilia, Pietrammare, arriva il momento delle elezioni del nuovo sindaco. C'è lo storico primo cittadino vicino a tutti poteri forti (Tony Sperandeo), accompagnato dallo slogan gridato da Ficarra «Votate Patanè senza chiedervi perché», e c'è il candidato della società cosiddetta civile, Pierpaolo Natoli (Vincenzo Amato) sostenuto da Picone. L'arrivo della Finanza in Comune favorirà questo secondo candidato con il pallino della legalità che la applicherà in maniera inflessibile scatenando lo scontento anche in chi lo aveva votato, «pure gratis» sussurra qualcuno. Insomma una commedia degli equivoci sulle regole della nostra convivenza civile, autoironica ma non autoassolutoria (lo dimostra il cameo di Alessandro Roja, misterioso uomo - mezzo politico, mezzo banda della Magliana - che viene da Roma per sistemare il nuovo sindaco).

A che politico reale vi siete ispirati?

Ficarra: «Abbiamo iniziato a pensare il film due anni fa e la realtà ci ha superato, anche a destra con il telefono in mano e facendoci le corna».

Picone: «Al di là di tutto i singoli cittadini che parlano di onestà vanno messi alla prova. Quando vengono toccati i nostri interessi esce fuori il Patanè che c'è in ognuno di noi.

Ficarra: L'onestà è un percorso, la figlia del sindaco è l'unica pura pura».

Picone: «Anche la sorella del sindaco rimane pura».

Ficarra: «Sì però ha un peccato originale, nel film è tua moglie...».

Può sembrare strano ma il vostro lavoro finisce per essere letto come un vero film politico, di denuncia civile

Ficarra: «L'obiettivo è fare ridere, divertirci e divertire. Così facendo si può però parlare di quello che si vive. Per esempio io ho pensato al sindaco di Licata che vive sotto scorta perché lotta contro l'abusivismo edilizio».

Picone: «L'abbiamo sempre fatto. Nel film precedente chiedevamo la raccomandazione a un politico dentro la bara perché il suo segretario diceva: Fate, fate, perché la vera politica non muore mai. In questo c'è anche un prete che ha due facce, in un primo momento ha quella giusta, quando cita Papa Francesco: I corrotti non portano a casa soltanto il denaro ma la mancanza di dignità. Poi però quando deve pagare l'Imu si trasforma...».

A proposito di realtà, il sindaco si trova la testa di un pesce spada nel letto che allude a ben altre minacce.

Ficarra: «È la stupidità di questi due che vedono i film di mafia e vogliono emulare le gesta di questi eroi negativi».

Picone: «Ci siamo divertiti a capovolgere le cose forzando la realtà, il problema è l'onestà e il sindaco che va sconfitto».

Spunta pure una scritta su una felpa, non è che prendete in giro Salvini?

Ficarra: «Direi proprio di sì, se uno dice che fa il partito della secessione della Padania e poi viene in Sicilia con la felpa con scritto Sciacca».

Picone: «Forse era Sciocco».

Perché L'ora legale?

Ficarra: «Perché in realtà l'ora legale è illegale. L'ora che ci ha dato Nostro Signore è quella solare».

Picone: «In effetti abbiamo legalizzato l'illegalità, abbiamo l'ora ad personam».

La coppia Ficarra&Picone non scoppia mai

Picone: «Il nostro segreto è la totale disistima reciproca».

Ficarra: «Purtroppo ci ricattiamo vicenda, sappiamo cose di uno dell'altro In realtà non lo voglio lasciare perché non lo posso sapere felice con un altro».

Il film che vorreste produrre o il comico con cui lavorereste?

Ficarra: «Ci sono tante commedie ma Maccio Capatonda ci piace tantissimo».

Picone: «Vorrei produrmi un film da solo senza Ficarra».

Tornate a Striscia la notizia?

Ficarra: «Sì dal 6 febbraio fino a fine stagione».

Picone: «Di Striscia non ci stanchiamo mai. Si frequenta molto la libertà lì.

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