Matteo SacchiBurba, crucco, cecchino, marmittone, imboscato. Sono solo alcuni dei termini che si sono sviluppati nel corso di 150 anni all'interno dell'Esercito italiano. Soldati che venivano da regioni lontane dovevano trovare un modo di intendersi. Ne è nata una lingua comune. Che di certo non era l'italiano delle accademie o dei libri, ma che ha influenzato il nostro modo di parlare e di conseguenza anche la letteratura. Insomma esiste una cripto lingua - ora esiste un gergo delle missioni Nato - che nel nostro Paese è stata davvero poco studiata. A mettere una pezza a questa lacuna epistemologica ci ha provato Sante Pagano con il suo Il gergo militare in Italia (Le Lettere, pagg. 106, euro 14,50). Pagano, che è laureato in Lettere ed è ufficiale di Cavalleria, si trovava al giusto incrocio per scandagliare «Le parole dei soldati dalla prima guerra mondiale ad oggi», per dirla col sottotitolo del libro. Di queste parole a seguire ne elencheremo qualcuna, per categorie. Ma è solo un assaggio.D'ANTAN Ci sono parole con vitalità secolare come «Cicchetto» inteso come rimprovero derivato dal bicchierino di liquore. La parola precede la Prima guerra mondiale. Antichissima anche la prassi di «marcar visita», nel senso di darsi malato. Pare arrivi dal piemontese «Marché a liber». Essere scritti sul libretto del caporale di giornata come assenti. Anche «Naja» è antica. Forse viene dal friulano «nae», «gentaglia». Indicava i reclutatori che venivano a portarsi via i giovani.DA TRINCEA Ai soldati della Grande Guerra non piacevano gli «Aeroplani». Non erano i velivoli nemici ma i carabinieri, chiamati così per il loro grande cappello. Sparavano a chi non lasciava la trincea. Del resto anche gli stimatissimi bersaglieri erano chiamati o «ascari-galline» o «chicchirichì». Poi c'è l'immortale «cecchino» (da Cecco Beppe), per i tiratori scelti...DA 8 SETTEMBRE Invece nella Seconda guerra mondiale «paga il Duce» diventa un modo per definire ogni spreco militare insensato dell'apparato italiano ben poco pronto al conflitto. E la guerra regala anche l'espressione «Quello è un manico». Indicava il pilota abile ai comandi di volo, alla cloche.
DA CASCO BLU Ma le novità del militarese non finiscono, ora si parla di «coppio» per indicare 2 soldati che agiscono coprendosi a vicenda, «Blu su Blu» è fuoco amico tra truppe Onu. «Go cinetic» è il far fuoco a volontà. Chissà se qualcuno di questi lemmi i resterà nella lingua?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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