Se il pancione fa audience: il bebè si aspetta al cinema

La gravidanza è un business: lo sa bene Heidi Murkoff col suo manuale da 35 milioni di copie. Che adesso diventa un film con JLo e Cameron Diaz

Se il pancione fa audience: il bebè si aspetta al cinema

In fondo ha solo scritto un li­bro. Anzi in fondo, ancora pri­ma, era solo incinta. Una co­me milioni di altre. Ma Heidi Mu­rkoff non è sol­tanto una mam­ma: lo è stata trent’anni fa, quando è nata la sua prima fi­glia (ne ha due). Allora Heidi aveva 23 anni e non sa­peva che fare, soprattutto non sapeva co­me scoprirlo: non c’era un li­bro che la sod­disfasse, non un medico che rispondesse al­le sue doman­de, e dire che vi­veva a New York, non nel deserto del Go­bi. In ogni caso Heidi ci ha pen­sato da sola, nell’85 ha pub­blicato What to expect when you’re expec­ting e da allora si è trasforma­ta in altro: una mamma-guru. Il suo libro, Che cosa aspettarsi quando si aspetta èunbe­stseller mon­diale (in Italia è pubblicato da Sperling & Kupfer) che è nella top list del New York Times da dieci anni.

Fra quello e i volu­mi successivi, spin­off del genere, Heidi Murkoff ha venduto 35 milioni di copie in tut­to il mondo, e ha conquistato Hol­lywood.

Per dire: Jennifer Lopez sapeva chi fosse, quando le hanno chie­sto di interpretare il film tratto dal suo libro, appena uscito negli Usa. Sarà che l’han letto tutte, o quasi: in America il novantatrè per cento delle donne che ha letto un libro durante la gravidanza, ha letto quello di Murkoff. JLo non ha fatto eccezione, pare, mentre aspettava i suoi due gemelli. Ma anche Cameron Diaz, una che con i bebè non si è mai fatta vedere molto in giro, ha messo in mostra un pancione (finto) per il film, il cui titolo è identico al libro: What to expect when you’re expecting ,

giusto per non sbagliare.

Il Times ,che ha intervistato Mu­rk­off proprio per l’uscita della pel­licola, le ha chiesto: ma come si fa a fare un film da una guida sulla gravidanza?Pare che la stessa Mu­rkoff trovi l’idea «bizzarra»,ma pa­re anche che glielo chiedessero da anni e lei, alla fine, ha accettato. Lei e il marito: Heidi Murkoff è un brand familiare, Erik ha la­sciato il lavoro per stare die­tro agli affari della moglie, ed è Erik che, oltre ad amarla da trent’anni, la trascina a letto ogni sera, in braccio, quando Hei­di continua a chattare con le «sue mamme», le donne che le scrivo­no domande di ogni tipo e le chie­dono consigli, ansiose e dubbiose come lei quando aveva 23 anni e non trovava nessuno.

Heidi Murkoff dice di sé di esse­re «una mamma in missione», pe­rò non tutte sono produttrici di un film che costa 30 milioni di dollari e, per rispondere alla domanda, la sua «semplice» guida (al momen­to ci sono 17 milioni di copie in stampa nel mondo) al cinema è stata tradotta in cinque storie di mamme in attesa, fra cui appunto le due dive di Hollywood Jennifer Lopez e Cameron Diaz. Peraltro, Murkoff e famiglia abitano pro­prio da quelle parti, nella città de­gli angeli. Ma non basta. L’anno scorso Time ha inserito Heidi Mu­rkoff fra le cento persone più in­fluenti del pianeta (e se non lo è lei, che influenza milioni di mam­me, che poi crescono milioni di fi­gli...) il suo libro è diventato anche una app per iPhone in cui seguire passo passo la gravidanza,l’evolu­zione del bambino e della pancia, e oltre al sito c’è una fondazione che aiuta le puerpere del terzo mondo. Heidi Murkoff è la prova che il baby business è qualcosa di molto serio: in mezzo secolo si è passati dai consigli delle nonne a migliaia di manuali che insegna­no ad aspettare, partorire, allatta­re, crescere, far dormire, far man­giare, educare, perfino modellare i figli, ognuno secondo uno sche­ma diverso se non opposto, e lo stesso discorso vale per le guide destinate alle mamme, che una volta erano decaloghi per essere maternamente perfet­te, mentre oggi esaltano l’imperfezione e spiegano soprattutto come restare donne normali, con i tac­chi e i vestiti senza mac­chie di rigurgito.

Secondo un’indagi­ne di una ricercatri­ce inglese, Angela Davis, questa va­langa di libri ha so­lo l’effetto di fare sentire le donne ancora più confuse e inadeguate. Heidi Mu­rkoff spiega al Times che lei vorreb­be soltanto renderle più «calme e rilassate».

Viene quasi da creder­le, col suo libro e i milioni di copie a testimoniare che lei in fondo si sente solo una mamma (straric­ca), una che crede alla «famiglia», oltre che una grande sostenitrice dei papà: non c’è nulla che non sappiano fare bene quanto le mamme, dice. Tranne comprare libri quando si è incinta.

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