"A sedici anni ero tra i Big, che paura con Celentano"

L'artista al Festival per la settima volta con un brano che sosterrà la ricerca per la Sla: "Una grande sfida"

"A sedici anni ero tra i Big, che paura con Celentano"

Più passa il tempo e più Ron si conferma un mondo a parte. Eccellente autore (da Piazza Grande in avanti), cantante a cinque stelle (milioni di copie vendute, premi a volontà), arriva al suo settimo Festival di Sanremo con un brano che è una Ottava Meraviglia di titolo e di fatto. L'ascolto ha convinto i critici perché il brano è il biglietto da visita perfetto per un artista così, che torna a Sanremo 47 anni dopo l'esordio. E il racconto del perché Ron ha deciso di rimettersi in gara convincerà anche il più scettico degli haters. Ieri lo ha spiegato in uno degli incontri stampa più sinceri ed emozionanti degli ultimi tempi.

Allora, caro Ron, come mai di nuovo al Festival?

«Da tanti anni sostengo l'Aisla, l'associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. Incontro i malati, mi spendo e ci credo».

Più di dieci anni fa ha pubblicato un disco per aiutare la raccolta fondi.

«E andò benissimo, vendemmo oltre centocinquantamila copie. L'anno scorso ne ho fatto un altro che si intitola La forza di dire sì con ventiquattro artisti. Uno dei momenti più belli della mia carriera. Però non ha venduto molto, come quasi sempre accade in questi anni».

E quindi?

«Ho una responsabilità enorme nei confronti dei malati di Sla che incontro in giro per l'Italia. Di fronte alla loro forza di vivere, io mi sento nessuno. Così, quando il mio manager Raffaele Checchia mi ha suggerito di pensare al Festival, io mi sono detto: perché no?».

Tutto il ricavato delle vendite de L'Ottava meraviglia andrà alla ricerca contro la Sla?

«Assolutamente sì».

E poi ci sarà un lungo tour.

«Dopo il Festival inizieremo un lungo giro per l'Italia che andrà avanti fino all'autunno. La prima serata sarà agli Arcimboldi di Milano con tanti ospiti tra i quali Luca Barbarossa, Loredana Bertè, Luca Carboni, Elodie, Giusy Ferreri, La Scelta, Nek, Francesco Renga e Syria. Qualcuno di loro poi tornerà a caso durante le date del tour».

Lei segue da anni i condannati da questa malattia e nessuno può dubitare della sua sincerità. Cosa pensa di chi vuole l'eutanasia?

«Io non ci credo perché credo che abbiamo tutti gli elementi per accompagnare ogni malato fino alla fine del suo percorso. E poi c'è un aspetto che non tutti condividono ma che è importantissimo: la fede».

L'impegno e la canzone pop di Sanremo. Non capita quasi mai. Forse se lo può permettere chi, come lei, ha esordito al Festival nel 1970 con Nada in Pà diglielo a mà.

«Fui presentato da Ira Fürstenberg con il nome di Rosamare Cellarino invece che Rosalino Cellamare. Fu Mike Bongiorno a correggerla affettuosamente». (Lo imita benissimo - ndr).

Stavolta si troverà Carlo Conti e Maria De Filippi.

«Di Conti mi piace la calma, mi fa sentire tranquillo, è bravo e funziona. E poi stimo tantissimo Maria, oltretutto siamo conterranei...».

Per anni il Festival di Sanremo è stato «snobbato» dagli artisti giovani, specialmente dai cantautori. Ora la tendenza è cambiata.

«Se la forza attrattiva dell'Ariston è cresciuta, molto dipende dai talent, dai quali escono molti cantanti che sono anche autori».

Molti criticano la scelta di inserire tra i Big anche nomi non ritenuti tali.

«Mi piace questo azzardo di mettere in gara anche artisti che non conosco poi così tanto bene. Però nel '70 io avevo sedici anni ed ero tra i Big, visto che non c'era la categoria Nuove Proposte. Cantava lo sconosciuto Ron e poi Celentano...».

Il suo brano, che è destinato a crescere ascolto dopo ascolto, inizia con un verso che non è un inno all'ottimismo: «la mia vita è una candela, brucerà lasciando cera».

«In realtà è il pensiero di una persona come tutti noi che torna a casa alla sera e si sente bastonato perché siamo in un lungo momento di grande rabbia, tristezza e paura».

Al Festival, nella serata delle cover, canterà

Insieme a te non ci sto più di Caterina Caselli.

«E ho scelto di duettare con Annalisa, una che mi fa paura tanto è brava. Mi piacerebbe anche che, dopo il Festival, si decidesse a scrivere qualche brano per me...».

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