Alessandro Gnocchi
D ario Franceschini, ministro della Cultura, ieri ha firmato al Collegio romano il Patto per la Lettura con Rai, Mediaset, La7, Sky e Discovery. Ha detto il ministro: «Abbiamo belle trasmissioni per lettori forti, ma l'esigenza principale è arrivare a chi non legge». Le televisioni si assumono l'impegno a «pubblicizzare e diffondere i progetti nazionali di promozione della lettura realizzati del Centro per il libro; promuovere e valorizzare la letteratura specifica per bambini e ragazzi attraverso programmi rivolti ai più giovani; creare occasioni di promozione della lettura e dei libri all'interno di ogni genere di programma e non esclusivamente nei contenitori culturali» oltre a misure legate a celebrazioni, festival, multimedialità. Senz'altro nelle trasmissioni per «lettori forti» continueremo a sorbirci, a ciclo continuo, i soliti noti e gli amici degli amici. Ma nel resto dei palinsesti cosa accadrà? Vedremo dunque il protagonista di una fiction leggere Andrea Camilleri o Drieu La Rochelle? Tra una ricetta e l'altra, sarà «impiattata» la copertina dell'ultimo Gianrico Carofiglio o di un vecchio Georges Simenon? Scherzi a parte, ogni iniziativa in favore della lettura è benvenuta. Ben venga dunque l'accordo di ieri. Forse per rilanciare davvero la lettura ci sarebbe bisogno anche d'altro, a esempio pubblicare libri che siano capaci di stimolare l'interesse di nuovi lettori e un ampio dibattito nel Paese. Impresa difficile, perché il mondo culturale italiano, editoria inclusa, è afflitto da un male sul quale non si può intervenire per decreto: il conformismo. Il dibattito delle idee, purtroppo, è bandito dagli scaffali. L'omogeneità delle uscite, specie nelle saggistica, specie dei grandi gruppi editoriali, rasenta l'omologazione. Su alcuni temi si può scrivere in un solo modo. Non si contano i saggi sull'accoglienza come atto dovuto, su quanto sia glorioso l'ideale europeo, sull'islam come religione di pace, sul libero mercato colpevole di ogni nefandezza, sulla decrescita come felice balsamo.
Basta entrare in libreria per toccare con mano il fenomeno del Libro Unico fatto con la stampino. Trovare un saggio che ribalti questi punti di vista è un'impresa. Sono pochissimi i titoli che sottolineino i vantaggi del libero mercato, mettano in dubbio i vantaggi offerti dall'Unione europea, contestino il mancato controllo dei flussi migratori. Gli editori assecondano l'andazzo convinti che esista un solo tipo di lettore: il benpensante di sinistra. C'è un altro pubblico, tutto da scoprire, che non gradisce il politicamente corretto. Ma è ignorato. I giornali sono complici dell'appiattimento generale, lanciati come sono nella rincorsa di anteprime inutili, tutte «bellissime» naturalmente, e nel giochetto dei favori incrociati: io recensisco te, tu recensisci me. Poco male se questo scambio è dovuto a stima reciproca.
Molto male se questo scambio è dovuto all'interesse reciproco.Speriamo che la promozione della lettura non sia un altro aspetto del Pensiero Unico e non si riduca alla promozione del Libro Unico che ha già invaso le librerie.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.