Siore e siori è arrivato il grande circo di Carlos Santana. Nei panni di un novello Barnum si mette alla guida di un «dream team» che schiera Joe Cocker, lex Doors Ray Manzarek, Chris Cornell, Rob Thomas, il mago del violino Yo Yo Ma (e tanti altri), fruga nel repertorio dei Beatles, dei Led Zeppelin, dei Rolling Stones, poi imbraccia la sua magica chitarra e ne stravolge i successi come sa fare solo lui. Questo in sintesi Guitar Heaven, il nuovo cd di Santana (sottotitolato The Greatest Guitar Classic of All Time) in uscita oggi. Una lezione di classe e virtuosismo ma anche un modo per far resuscitare il karaoke. Un karaoke per rockstar, che lo porterà a vendere uno sfracello di dischi e a riempirsi le tasche di Grammy come accadde con Supernatural e brani collaterali come Corazon Espinado e Maria Maria.
Detto questo chi vuol ascoltare un po di rock bello duro e pimpante, chi ama gli ultrasonici assolo di Carlos e il suo inimitabile modo di aggredire le note per poi colorirle con mille sfumature andrà in sollucchero. In Whole Lotta Love (made in Led Zeppelin ma qui con la voce dellex Audioslave e Soungarden Cornell) ad esempio scarica in un turbinio solistico la sua formidabile agilità di fraseggio, e con la stesso spirito da invasato doma lepica Sunshine of Your Love dei Cream (al canto Rob Thomas). Ci dà dentro giocando col riff di Smoke On the Water, tornando alle radici del blues con I Aint Superstitious di Willie Dixon (con laiuto del giovine Jonny Lang) e gigioneggiando teatralmente in Riders On the Storm dei Doors - con la complicità dellex compagno di Jim Morrison Ray Manzarek e di Chester Bennington dei Linkin Park - troppo «santanizzata» dai suoi assolo e da uno strano retrogusto latineggiante.
Coinvolge il semiscomparso Pat Monahan (un paio di Grammy con i Train) ma anche vecchi compagni davventura come Cocker. Entrambi sul palco di Woodstock cambiarono la storia; Santana con il furore del suo latin-blues-rock, che allora sì destrutturava Black Magic Woman di Peter Green trasformandola in un suo inno; Cocker col canto sporco, le movenze anfetaminiche e la psichedelica rilettura della beatlesiana With a Little Help From My Friends. Ma erano altri tempi, e Cocker che massacra le melodie dei Beatles col canto fangoso ed epilettico è un inno alla ribellione, un modo di schivare il prevedibile. Qui la loro estrosa e al tempo stesso compassata visione di Little Wing di Jimi Hendrix è solo un esercizio stilistico, seppur estremamente sofisticato. Non è poco, dirà qualcuno, e a ragione. Perché pochi hanno «la mano» di Carlos nel toccare le sei corde, pochi hanno la sua flessibilità ritmica ed armonica, pochissimi sanno coniugare concretezza colloquiale, cantabilità, rock e successo. La sua chitarra è «già in Paradiso» (come dice il titolo del cd) e non ha bisogno di verifiche come questa: divertente, raffinata, pur seducente a tratti (la melodiosa While My Guitar Gently Weeps dedicata a George Harrison con India Arie e Yo Yo Ma) ma sempre figlia del karaoke.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.