Stefania Sandrelli racconta i segreti sul set: "Depardieu? Era molesto"

L'attrice ripercorre i suoi oltre 50 anni di carriera grazie ad alcuni aneddoti mai rivelati fino ad oggi

Stefania Sandrelli racconta i segreti sul set: "Depardieu? Era molesto"

Dopo oltre 50 anni di carriera, Stefania Sandrelli rivela alcuni retroscena del suo lavoro tirando in ballo personaggi del calibro di Mastroianni e Depardieu.

"Sotto il tabarro tendeva ad allungare le mani ovunque, ma Gerard Depardieu sul tema era un po' fastidioso. Un po' molesto. Non disdegnava il vino a ore improbabili e non sapeva sempre controllarsi", così l'attrice, classe 1946, parla del collega francese. La carriera di Stefania Sandrelli è lunga e ricca di soddisfazione ma all'inizio ha dovuto sopportare anche episodi spiacevoli legati alla sua bellezza. In un'intervista rilasciata a Il Messaggero, l'attrice di Viareggio racconta come si imbattutta nel mondo dello spettacolo. "Il primo provino fu una casualità -ricorda - Un giorno della primavera del '61 era passata davanti a casa Paolo Costa, un fotografo di Le Ore, una rivista che all'epoca poteva gareggiare per un premio di castità. Mi aveva vista, domandato se potessimo fare qualche scatto e mi ero ritrovata in posa sull'asfalto, con una gonna scozzese e un maglioncino azzurro. Quelle foto erano finite non so come nelle mani di Pietro Germi che mi aveva fatta contattare da Filippo Fortini, un agente grassoccio, un omino delizioso con gli occhi piccoli e dolci. Mi convocò a Roma, in un consesso di decine di aspiranti. Presi il treno senza particolare emozione. La cosa peggiore che potesse capitarmi era il rifiutato, ma non l'avrei vissuto come una sconfitta. Viareggio era il mio regno. Ci stavo come un pascià".

Il provino andò bene e il resto venne da sé. La Sandrelli è stata una protagonista indiscussa del cinema italiano lavorando con i più grandi tra attori e registi. "I miei attori preferiti - racconta - erano Mastroianni e Manfredi. A Marcello invidiavo la calma, la sciallezza come dicono a Roma". Anche Mastroianni è ricordato con affetto: "A differenza di altri attori, dei colonnelli del cinema italiano come Manfredi o Gassman, non mi ha fatto mai la corte, neanche leggera o velata. Marcello era di una bellezza simile a mia madre. Nelle persone con cui ho amato dividere il lavoro c'era sempre una componente familiare, nel fisico e nel carattere".

La Sandrelli racconta poi un momento vissuto con Gassman: "Finimmo in ospedale insieme, sul set di 'C'eravamo tanto amati'. Mentre la troupe pranzava, io e Gassman ci eravamo attardati a girare un camera-car. Trovammo gli avanzi e un polpettone micidiale. Rischiammo, ci andò male e ci ricoverarono. Vittorio non se la tirava mai. E spesso trascorreva le pause con i macchinisti e con gli operatori. C'era il rito del cestino, una liturgia quasi sacrale. Un bivacco soave.

Un giorno un elettricista mi disse: Signò, a forza di passà la vita sul set m'è venuta la cestinite. Ma a me il cestino, con il suo slalom tra le pietanze e quel senso di scoperta e di sorpresa da rinnovare ogni giorno, è sempre piaciuto".

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