«Storia di Nilde» rende omaggio alla Iotti prima donna rossa della Prima repubblica

La Rai racconta il presidente della Camera con un film per la tv che andrà in onda domani. A interpretare la deputata comunista l'attrice Anna Foglietta

Paolo Scotti

Chissà. Forse, nonostante la sua protagonista, questa fiction non sarà vista solo dai nostalgici del comunismo. È inevitabile, infatti, che Storia di Nilde domani in prima serata su Raiuno - sventoli bandiera rossa: la Nilde del titolo è ovviamente la Iotti, che con questa docu-fiction diretta da Emanuele Imbucci si celebra a vent'anni dalla scomparsa. E con tutto il corredo retorico di santificazione laica, tramite fiction tv, che queste occasioni generalmente comportano.

È anche vero, però, che la Iotti appartiene a quella generazione politica cui oggi indipendentemente dall'appartenenza ideologica - ci si rivolge, se non con rimpianto, almeno con rispetto. «Non si tratta solo di nostalgia considera Anna Foglietta (suo il volto della deputata comunista, primo presidente donna della Camera) - è che i politici di allora erano tutti d'un pezzo. È quella sostanza che oggi rimpiangiamo. Loro non litigavano davanti agli altri, e in privato se le davano di santa ragione. Esattamente il contrario dei politici di oggi, che pubblicamente si accapigliano e poi vanno a cena insieme».

Dalla militanza nella Resistenza alla partecipazione all'Assemblea costituente, dal legame sentimentale con Palmiro Togliatti (osteggiato in primis proprio dal Pci) fino alle battaglie per l'emancipazione della donna, tutta la liturgia della canonizzazione televisiva è puntualmente seguita, con ricco corredo di materiale d'archivio tratto dai magazzini Luce, nonché paludate interviste a (fra gli altri) Giorgio Napolitano, Livia Turco, Giuliano Amato e la figlia adottiva Marisa Malagoli Togliatti. Il risultato? «Il racconto della vita di una donna che camminava a passo lento, ma costante sintetizza lo sceneggiatore Salvatore De Mola - Nilde Iotti sapeva che, per risolvere i problemi più gravi, ci vuole tempo. Non era quindi una centometrista; ma una maratoneta. La falcata misurata, che però mai perde il ritmo, è quella che porta al traguardo». Nonostante la totale assenza di similarità fisica, Anna Foglietta si è immersa nella sfida della somiglianza «senza l'ossessione di imitarla (a parte che nella famosa acconciatura) e dopo aver studiato foto e filmati cercando di restituire, a esempio, il suo uso misurato delle mani. Le muoveva poco, e se lo faceva era in come una specie di solfeggio, perché l'argomento le stava a cuore. Oppure agitandole in alto, come cercasse in aria appigli al suo discorso. Quel che contava per me era soprattutto catturarne l'essenza del personaggio: la sua passione. Qualcosa che appartiene anche a me. Io nelle cose in cui credo, ci credo appassionatamente. Non riesco a farne a meno: proprio come lei».

Parlando con chi l'ha conosciuta, della severa compagna l'attrice ha infine scoperto «la dolcezza, la serenità, la signorilità. Si interessava sinceramente degli altri: non passava davanti a un commesso col figlio malato, a esempio, senza informarsi della salute del bambino. La disponibilità verso il prossimo è affascinante, nelle persone di potere. Perché dimostra che quel potere lo intendono soprattutto come strumento di servizio». Alla fine Storia di Nilde la Foglietta l'ha visto accanto alla figlia adottiva, Marisa Malagoli Togliatti.

«Dai suoi racconti emerge il quadro d'una vita familiare semplice: la Nilde che nonostante le cariche pubbliche continua a vivere nel suo appartamentino del quartiere di Montesacro. E che insiste nel voler tornare a casa a pranzo, per preparare i tortelli di zucca alla figlia».

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