Sul botteghino sventola la bandiera tricolore

Incredibile, ma vero. L'Italia piazza tre suoi registi sul podio, fatto del quale si era persa traccia negli annali. Un colpo di reni non da poco, dopo tutte le analisi distruttive, spesso fatte da chi non mastica nulla di cinema, che abbiamo letto nei giorni scorsi. Ci si è messo anche «l'autorevole» The Guardian a spiegarci l'origine di tutti i mali della nostra cinematografia. Indovinate il colpevole? Ovviamente, Silvio Berlusconi. Avete letto bene. Il crollo degli incassi dello scorso anno è colpa, secondo loro, del Cavaliere. In base a quale teoria? Che negli anni '90, la salita al governo del leader di Forza Italia spinse le produzioni a fare film come se fossero destinati alla televisione. Da qui, il declino. Bizzarra convinzione. E pazienza se, da allora, abbiamo vinto un Oscar con La grande bellezza (di Medusa) e se, nel 2015, i dati italiani, grazie a Zalone, siano andati benissimo. Tra un po', gli attribuiranno anche la colpa del calo della vendita di popcorn. Intanto, comanda ancora Verdone che con Benedetta Follia ha già abbondantemente superato i 6 milioni di incasso. Migliore uscita, del fine settimana, è stata Il vegetale, con Rovazzi, capace di raccogliere, dopo una partenza al rallentatore, 1.447.353 euro. In pratica, ennesima sfida vinta dalla Disney. Molto buono anche il debutto di Virzì con il poetico Ella & John, terzo con 1.225.203 euro.

Insomma, il tricolore sventola alto, con in più la ciliegina degli 8.827.230 euro di Come un gatto in tangenziale. Tra le novità straniere, il bellissimo L'ora più buia ha chiuso quarto (1.194.382 euro) mentre l'horror Insidious 4 è sesto con il ragguardevole incasso di 744.953 euro.

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