Cultura e Spettacoli

Il talento lascia le impronte: ecco come fare a scoprirle

Il bilancio della Pirelli diventa occasione per promuovere la cultura. Le frasi dei vip diventano capolavori calligrafici

Il talento lascia le impronte: ecco come fare a scoprirle

È opinione comune che il bilancio di un'azienda sia tra le cose più asettiche che ci possiamo trovare davanti: dati, numeri, tendenze non proprio di facile decifrazione. Uno stile che vale per tanti, certo non per Pirelli che da anni ha deciso di trasformare questo momento diciamo tecnico in un evento creativo affiancandolo all'arte contemporanea. Una strategia già ben visibile nella programmazione dell'Hangar Bicocca, uno degli spazi più attivi nel promuovere la cultura contemporanea a Milano e non solo. E proprio tornando al bilancio, delle stagioni passate restano vive alcune iniziative originali e coraggiose, quali la collaborazione con disegnatori (Liza Donnelly, cartoonist del New Yorker), fotografi (gli studenti della Naba), scrittori (l'inglese Hanif Kureishi), street artisti (l'anno scorso un'installazione di Marina Zumi, Dome e Alexey Luka venne presentata proprio all'Hangar Bicocca).

Il progetto 2016 fornisce un valore aggiunto nel segno di Every Mark is Unique: un concetto che contraddice proprio la logica dei loghi subito riconoscibili, sempre uguali a se stessi, che creano assuefazione nel pubblico. Prendendo spunto dal fatto che l'arte, a differenza della pubblicità, ritiene necessario differenziare ogni volta il proprio intervento, l'idea è stata quella di affidare il "racconto" al giovane artista russo Pokras Lampas, molto conosciuto nel mondo della calligrafia: anche una tecnica antica e tradizionale può diventare molto attuale e potente.

L'idea di partenza può sembrare semplice: grafia e impronta digitale sono qualità individuali irripetibili. Ognuno di noi scrive in maniera diversa dagli altri, e quello del dito è l'unico segno che condividiamo con nessuno e ci fa riconoscere più dei nostri stessi tratti somatici (ne sapeva qualcosa Piero Manzoni quando sovrappose alle uova la sua impronta).

Coadiuvato nel progetto, che si può declinare contemporaneamente sia nel campo artistico che in quello aziendale, dallo scrittore madrileno Javier Marías e dal critico inglese Alastair Smart, redattore del Daily Telegraph, Lampas ha coinvolto diversi testimonial: Sebastian Vettel, Giacomo Agostini e Jonathan Rea per il mondo dei motori, i musicisti Giovanni Allevi e Andrea Bocelli, le modelle Naomi Campbell ed Eva Herzigova, i fotografi Peter Lindbergh e Steve McCurry, l'ex calciatore Javier Zanetti e il collezionista Agnes Lund. Ne sono venuti undici quadri su cui Lampas ha lavorato in orizzontale con una tecnica che ricorda il dripping di Pollock, molto colorati e suggestivi, dove le impronte dei personaggi diventano a loro volta racconto, testimonianza di parole e impressioni raccolte e trascritte in una grafia che è soltanto segno, scrittura corsiva. Ognuno di loro si è così raccontato. Per restare ai quadri che vedete in questa pagina, secondo Bocelli "nell'opera lirica, se di un segno posso parlare (segno lieve e vergato a matita), spero di aver contribuito a dare una ventata d'aria nuova"; per Vettell "si lascia un segno attraverso impegno e risultati, destinati a essere poi ammirati e apprezzati da altre persone"; per Herzigova il segno è individuale ma solo chi sa "collaborare è in grado di lasciarne uno profondo".

La copertina del catalogo è dedicata infine all' "impronta Pirelli", la cui filosofia aziendale Pokras Lampas ha evidenziato in pochi ma precisi concetti: qualità, innovazione, eccellenza tecnica.

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