Con Testagrossa ritorno alle «origini»

A Milano, in mostra alla galleria Tadino i suoi guerrieri e gli animali mitologici

Davide FentÈ in corso fino al 29 gennaio presso la casa museo Spazio Tadini a Milano, la mostra di Gianfranco Testagrossa che rappresenta una sintesi dei suoi anni di lavoro. Nasce a Milano nel 1948. Pittore, scultore, grafico. Il suo studio, che occupa da 42 anni, è la mansarda di una vecchia casa a ridosso del Naviglio dall'essenza molto bohemien. «Dipingo e disegno tutti i giorni dell'anno, non potrei vivere senza l'arte che per me è tutto». Scrisse di lui uno dei maggiori storici e critici d'arte, Roberto Sanesi: «...ciò che caratterizza questa pittura non è, come invece sembrerebbe, un'insistenza plastica apparentemente più consona ad un'evoluzione di tipo mistico pastorale, ma piuttosto il segno, la graffiatura, l'incisione, con un immediato rimando dall'affresco all'arte rupestre». Inizia con un ciclo di opere in affresco e graffito.

Un segno inconfondibile, quello di Testagrossa, firmatario del manifesto del Neoprimitivismo, che ripropone i temi della classicità - il rapporto uomo/donna, la maternità, l'origine del mondo, i guerrieri, gli animali simbolici e mitologici - riconoscendoli come essenziali del racconto esistenziale. L'esplorazione di queste dinamiche ancestrali nella ricerca di una comunione con l'universo, della purezza, dell'origine.

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