"Total Recall", remake passato inosservato

Uscito giovedì scorso, "Total Recall" è stato il flop più evidente del weekend appena concluso. Ha fallito il bersaglio perché, nonostante fosse forte di un budget di ben 200 milioni di dollari, non ha saputo tradurre i fantasmagorici effetti speciali in emozioni.

Doug Quaid lavora come operaio nell'Unione Federale Britannica, dove partecipa alla costruzione degli automi che compongono le fila della polizia federale. Ha incubi notturni e sogna una vita diversa, nonostante abbia una bella moglie e qualche collega amico. Decide quindi di recarsi presso un'azienda, la Rekall, in cui impiantano ricordi artificiali e sceglie di avere quelli fittizi di una spia; ma la procedura va storta e si ritrova braccato dalla polizia e dal Cancelliere Cohaagen.

Remake del film di Verhoeven con Arnold Schwarzenegger datato 1990 ma che resta ancora oggi un cult, "Total Recall" di Wiseman, è un film che vorrebbe essere un action-thriller fantascientifico dai risvolti psicologici ma non sa farsi ricordare se non come mirabolante costruzione estetica senz'anima. Gli effetti visivi raggiunti grazie all'evoluzione della computer grafica fanno della pellicola una sorta di giostra pirotecnica d'impatto impressionante e il film è un agglomerato di adrenalina, ma le caratterizzazioni dei personaggi sono ai minimi termini e i dubbi esistenziali del protagonista, prigioniero dell'incapacità di discernere quale sia la realtà e quale la virtualità, non vengono minimamente approfonditi.

A livello scenografico non è possibile chiedere di meglio, ma l'intensità langue. Il surplus di azione non è garanzia di coinvolgimento; anzi, si assiste in qualche modo a un paradossale effetto soporifero dovuto all'overdose di stimoli visivi, uditivi, cinetici e in questo caso perfino cibernetici. Purtroppo non c'è traccia d'ironia ad alleggerire l'iperbole raffigurata.

A rendere

attraente il film non basta Colin Farrell inseguito da due belle donne come Kate Beckinsale, che vuole ucciderlo e Jessica Biel che vuole salvarlo. Le storie del grande Philip K. Dick non sempre al cinema diventano successi.