"Trattata come una criminale. Ora lascio l’Italia". Gina Lollobrigida scrive a Mattarella

C’è un vero e proprio colpo di scena nella vicenda giudiziaria di Gina Lollobrigida, e ora l'attrice scrive una lettera al capo della Stato in cui si scaglia contro la magistratura italiana

"Trattata come una criminale. Ora lascio l’Italia". Gina Lollobrigida scrive a Mattarella

C’è un vero e proprio colpo di scena nella vicenda giudiziaria di Gina Lollobrigida. La celebre attrice italiana, che nell’epoca d’oro di Hollywood ha stregato il cinema d’oltreoceano e non solo, da tempo non riesce a trovare il modo di vivere con serenità la sua terza età. A 96 anni è lontana da tempo dalle scene e dai palcoscenici più ambiti, ma da tempo è coinvolta in alcune diatribe legali che stanno mettendo a dura prova la sua tempra. Parte offesa in un processo legale per l’ipotesi di circonvenzione d’incapace, la vicenda regala un inaspettato colpo di scena, tanto è vero che Gina Lollobrigida, tuona pesantemente contro la magistratura, affermando di voler lasciare l’Italia al più presto.

Come è stato rivelato da Il Corriere, l’attrice attraverso una lettera che ha inviato a Giovanni Grasso, consigliere di Sergio Matterella, racconta per filo e per segno tutti gli stravolgimenti della sua vicenda giudiziaria e chiede un intervento diretto del capo dello Stato. "Ho lavorato e rappresentato l’Italia nel mondo per oltre 70 anni. Non mi merito un trattamento così ignobile. Alla mia età credo di meritare un po’ di tranquillità e non è lecito essere trattata come una criminale e come una persona incapace di intendere e di volere – afferma –. Ho aspetto anni perché la giustizia facesse il suo corso. Mi sbagliavo e adesso hanno esagerato".

Da quel che sembra Gina Lollobrigida non avrebbe digerito la decisione di Stefano Agamennone, suo amministratore di sostegno, di nominare un nuovo legale rappresentante nel processo penale senza il suo consenso. Agamennone avrebbe chiesto un inventario dei beni dell’attrice, presenti nella villa romana sull’Appia Antica, e poiché la Lollobrigida non avrebbe intenzione di aprire la porta a un delegato del Tribunale, l’amministratore avrà la facoltà di intervenire anche con la forza. "Capisco che Stefano ha le facoltà per fare tutto questo, ma io a casa mia non posso permettere di essere trattata in questo modo", continua la Lollobrigida. A influire, inoltre, è stato il licenziamento del suo vecchio legale per il processo ai danni di Andrea Piazzolla. E così il prossimo 13 febbraio, all’ udienza l’attrice si troverà ad essere rappresentata da un avvocato che non conosce a fondo la sua situazione.

Secondo però una nota dell’avvocato Filippo Maria Meschini, che da anni segue Gina Lollobrigida in questioni civili, pare che la mossa dell’amministratore sia del

tutto lecita, ma nessuno si aspettava che Agamennone "potesse chiedere un ampliamento dei suoi poteri e che il giudice accogliesse la richiesta". Un provvedimento ingiusto? Tutto da vedere. Non resta che aspettare l’udienza.

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