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Turchia, le tre sexy star di Periscope contro la censura di Erdogan

Sono giovani, bellissime e sexy: con i corpi vestiti di pochi centimetri di stoffa stanno sfidando la censura imposta dal presidente turco Erdogan. Serate ad alto tasso erotico, abitini succinti e simulazioni di atti sessuali: è così che le tre ammaliano il popolo della piattaforma di live streaming e tentano di abbattere il muro di silenzio di Twitter

Turchia, le tre sexy star di Periscope contro la censura di Erdogan

Combattono la censura a colpi di filmati hot: sono le tre bellezze turche Merve Say, İlçin Karagöz e Ayşenur Balcı che, in poco tempo, sono diventate delle stelle di Twitter e Periscope; è proprio su quest'ultimo che le giovani hanno scelto di mostrare i loro corpi in segno di forte dissenso contro il ferreo divieto imposto dal presidente turco Erdogan.

Nata come piattaforma di live streaming, Periscope è diventata il punto di approdo della lotta al bavaglio imposto dal governo della Turchia: ed è proprio dallo stato laico a maggioranza musulmana che Merve, İlçin e Ayşenur trasmettono i video in diretta in cui si mostrano in maniera vivace e disinibita. Dalla discoteca dove balla mentre palpeggia amiche e amici mimando atti sessuali poco velati, alle riprese dei post orge insieme nel letto ancora affollato di gente, Merve Sanay non si risparmia davanti alla telecamera del suo smartphone rompendo i tabù di una società di stampo tradizionalista.

Altrettanto biondissima e dal fisico esplosivo è Ayşenur Balcı che, senza mezze misure, si è tolta i vestiti lasciando solo due piccole strisce di tessuto a coprire il seno estremamente generoso; spregiudicata e sensuale è anche İlçin, conosciuta dal popolo della rete come Paris, che si divide tra video in discoteca e incontri con sconosciuti immortalati da Periscope che, di consueto, finiscono in focosi baci e sfioramenti.

Se mai la museruola di Tayyip Erdoğan dovesse porre un veto sulle immagini di Periscope, le vicissitudini delle tre ragazze tutto pepe non finiranno nel dimenticatoio, almeno non subito: tutti i video sono infatti stati salvati e caricati su YouTube dove, salvo repulisti senza pietà, rimarranno a disposizione dei posteri per la memoria della rivoluzione turca a luci rosse.

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