Chi ha paura di Gianluca Vacchi? Insomma, la gente passa la vita sui social, un buon youtuber ha più audience del festival di Sanremo, e ce la prendiamo con lui, che recentemente è diventato noto anche all'estero, partecipando a diversi talk stranieri, tanto che in Russia gli hanno perfino dedicato una parodia diventata subito virale. Rovina l'immagine dell'Italia? Non più di quanto l'Italia non se la rovini da sola, visto che, ad altri livelli, ancora non riesce a fare neppure una legge elettorale. Non più di quanto vediamo nelle tv generaliste, dove anziché un esperto di un certo argomento viene invitata, per esempio, Alba Parietti, e nessuno è più autorevole di qualcuno perché le opinioni si rispettano tutte, e quindi ascoltiamo chi ne sa di meno o niente. Esportiamo il trash? Ma no, si esporta da solo, come gli Stati Uniti stanno esportando il trash di Donald Trump, e perfino quelli di destra ormai sperano vinca Hillary.
In un paese dove la tv è un reality scadente perfino quando parla di cose serie, dove i politici scalpitano per andare nei talk show anziché starsene in parlamento a lavorare; in un mondo che vive di pettegolezzi e selfie e commenti imbecilli su Facebook e Twitter, dove chiunque posta la sua stronzatina quotidiana, un milionario come Vacchi si dedica a fare il buffone in rete, e quindi? È un narcisista, e allora? Il problema non è lui, in quanto, ancora più che in tv, nel web domina l'audience. Solo che, a differenza della Rai, nessuno paga un canone a Vacchi, e però tutti lo vogliono vedere. Tutti chi? Azionista dell'Ima, società di packaging quotata in borsa, Vacchi impacchetta sul web la sua vita da dandy ottenendo quasi tre milioni di visualizzazioni su Instagram, sfiorando i quattro milioni per un balletto su una barca con due avvenenti ragazze. Se nessuno cliccasse sui suoi video, non si parlerebbe di Vacchi, e da quanto mi risulta non ha ucciso nessuno, quindi può fare quello che vuole, mentre se uccidi qualcuno ti invitano volentieri in televisione.
È ricco e vuole spassarsela, vuole fare il cazzone sui social e non c'è una legge che lo impedisca. Rocco Siffredi lo sfida e Vacchi risponde con un balletto a bordo piscina su tacchi a spillo, sarà ridicolo, sarà penoso, sarà quello che volete ma è subito virale, e la viralità nella società di oggi conta qualcosa, nel bene o nel male. Non c'è niente da vedere, ma lo andiamo a vedere, per noia, per curiosità, perché non sappiamo che fare. Ostenta la ricchezza? Anche uno che si compra una Ferrari o un abito di Valentino lo fa. Dice stronzate? Le dicono tutti, e molti sono spesso pagati per dirle.
Inoltre Vacchi viene regolarmente attaccato da chi ha una visione moralistica del denaro, come per esempio ha fatto Maurizio Crozza, accusando Vacchi di non devolvere niente in beneficienza (ma cosa ne sa Crozza? E se pure fosse non è un obbligo). Risposta di Vacchi: «Perché tu fai beneficienza? Quando ti abbiamo invitato per uno spettacolo il bonifico è stato effettuato a te, non sul conto di qualche associazione umanitaria». Di certo non ha l'abilità di molti milionari (da Santoro a Grillo a Celentano) di farsi passare come un paladino dei poveri, e a differenza di Grillo non rischiamo di ritrovarcelo Presidente del Consiglio. Almeno per ora.
Tuttavia perfino Il Fatto Quotidiano lo attacca perché una delle sue società, la First Investments Spa, sarebbe piena di debiti, come se fossero problemi di Gomez, saranno cavoli di Vacchi o
dei suoi creditori. Tra l'altro, dopo aver dato un Nobel a Bob Dylan, sono caduti tutti i paletti, e Vacchi potrà sempre dire che la sua è letteratura, o quantomeno arte. Alla Biennale, in fondo, se ne vedono di peggiori.
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