"Vado oltre Sanremo e provo a fare il giro del mondo"

Renga: "Vorrei anche cantare brani di Ligabue o Zucchero". Il nuovo cd esce dopo lo show a Città del Messico

"Vado oltre Sanremo e provo a fare il giro del mondo"

Ma no, lui non fa una piega: «Io soltanto quarto a Sanremo? Pazienza, in un gioco televisivo ci può stare». E giù un sorrisone come solo lui, Francesco Renga, riesce a far esplodere a bruciapelo. Sarà merito dell'autocontrollo. O, meglio, del jetlag, visto che è appena atterrato esausto da Città del Messico: «Ho aperto il concerto di Laura Pausini». Ma non solo quello. Renga ha aperto anche un nuovo ciclo che il nuovo disco in uscita oggi esprime bene già dal titolo: Tempo reale. Fine del bel canto spesso autoreferenziale, e spazio a un canto libero. In tutti i sensi. Ormai è un interprete a tutto tondo, delle canzoni che firma e di quelle che gli offrono, purché lo rispecchino. Dopo il rocker e il cantautore, è arrivato il Renga 3.0. E lui lo spiega così, naturalmente con un sorriso largo da qui a lì: «Non ne vedevo l'ora».

Addirittura?
«Il cambiamento mi frullava in testa da almeno quattro anni. In fondo avevo la stessa voglia di cambiamento che ha il nostro paese».

Però, scusi, com'è uscito dalla fase di stallo?
«Prima ho girato il mondo, dal Brasile a Berlino, per scrivere nuovi brani. Ero arrivato a 76, ero felice. Poi li ho fatti ascoltare al mio nuovo produtture Michele Canova Iorfida».

Risultato?
«Mi ha detto: “E di queste quante ne salviamo? Quattro o cinque al massimo”. Sono impazzito. Aveva avuto il coraggio di dirmi cose che non volevo ammettere a me stesso: devi fare qualcosa che ti sorprenda».

Renga, c'è riuscito?
«Sì»

In questo disco il suo canto è più moderno e meno barocco. Ma poi?
«Ho smesso di essere solo un cantautore perché mi sono accorto che poi il rischio è quello di finire per scriversi addosso».

E Ambra (Ambra Angiolini, dalla quale ha avuto due figli, Jolanda e Leonardo) cosa ne pensa?
«È stata più silente del solito, ha capito che per me era un momento delicato ed è stata un tesoro».

Qual è stato il primo passo?
«Fare ciò che avevo sempre pensato di fare: cercare collaborazioni con altri artisti».

Intanto quella con Elisa, che ha scritto il brano arrivato (solo) quarto al Festival, Vivendo adesso. A proposito, come l'ha presa?
«Non era molto contenta...».

E lei?
«In una gara come il Festival può succedere di tutto, anche che la giuria di qualità cambi il corso delle cose. Di certo, per me è stato un risultato eclatante, perché non mi aspettavo di ricevere quella montagna di televoto. È stato un buon modo per presentare questo disco».

In Tempo reale questo ci sono brani scritti da Francesco Silvestre dei Modà, da Roberto Casalino, Fortunato Zampaglione, Ermal Meta e Giuliano Sangiorgi.
«Sono sempre stato un solista che decideva tutto da solo. Questo è il mio disco della “condivisione”. E queste sono collaborazioni nate per caso o per amicizia. Per il brano di Elisa c'è voluta una sola settimana, tutto molto easy».

Ma c'è qualcun altro con il quale vorrebbe collaborare?
«Ligabue oppure Zucchero».

E magari duettare con loro.
«Intanto in questo disco c'è un duetto con Alessandra Amoroso in L'amore altrove. E sa che è stata una sorpresa?».

Perché?
«La conoscevo ma non sapevo fosse così a fuoco. È tanto giovane ma tanto preparata».

Renga scusi, all'estero, specialmente negli States e in Sudamerica, cercano una sorta di Michael Bublé italiano.

Tocca a lei?
«Beh, in Messico esce il mio disco Mi voz (che comprende anche un dvd) nel quale canto in spagnolo molti vecchi successi italiani come Io che non vivo. Il mio giro del mondo inizia così».

E l'Italia?
«Quando sono partito, Renzi era presidente del Consiglio. Lo è ancora? Allora va bene così, tutti noi abbiamo voglia di andare avanti».

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