Cultura e Spettacoli

Il vecchio Clint sa girare solo dei veri capolavori

di Clint Eastwood con Paul Walter Hauser, Sam Rockwell, Kathy Bates, Olivia Wilde

Inossidabile Clint. Devi andare a ricontrollare più e più volte la sua carta di identità (quest'anno, saranno 90), perché Eastwood lavora, ancora oggi, con la grinta e la voglia di un ragazzino. Un monumento, come lo sono i suoi film, alla faccia di tutti quelli che, a Hollywood, e sono tanti, non lo possono vedere, negandogli sacrosante Nomination agli Oscar. Gente che può solo sognarsi, in una vita intera, di girare pellicole come questo strepitoso Richard Jewell. La storia, vera, è proprio quella dell'omonimo protagonista del titolo (interpretato divinamente da Paul Walter Hauser), guardia di sicurezza americana che, una sera, durante le Olimpiadi del 1996, ad Atlanta, mentre sta prestando servizio al Centennial Olympic Park, si accorge di uno zaino sospetto collocato sotto una panchina. Fa in tempo ad allertare le autorità e a far così evacuare molti spettatori, prima che l'ordigno esploda causando la morte di due persone e il ferimento di altre 111. Inizialmente, lo trattano come un eroe, ma l'Fbi (che non esce bene da questo film), dopo una segnalazione, inizia a trasformarlo in principale sospettato. Oltretutto, un agente va a letto con una giornalista locale, rivelandole il clamoroso sviluppo dell'inchiesta. E il povero Richard diventa il bersaglio perfetto per i media. È sovrappeso, vive ancora a casa con la mamma (Kathy Bates, nominata agli Oscar), è un sostenitore delle armi (ne possiede numerose nelle sua abitazione), ha la fissa per diventare un poliziotto e, qualche volta, va un po' sopra le righe. Insomma, il ritratto perfetto di un presunto attentatore, secondo stampa e forze dell'ordine. Eastwood vuole che lo spettatore in sala lo giudichi esattamente come fecero, all'epoca, gli americani. Non lo ritrae quindi da vittima designata, ma lo dipinge per quello che è, secondo il pensiero comune: un antieroe, un cittadino non modello. Vizi e virtù di un ragazzo non integerrimo, che non crea empatia, ma, proprio per questo, non deve essere preconcettualmente condannato. Verrebbe quasi da pensare che questa sia, in realtà, una sorta anche di biografia dello stesso Eastwood, artista giudicato più per le sue idee che non per il suo lavoro.

Non ti curar di loro, Clint.

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