Viaggio nella musica e dintorni con la Casanova

Si sa che i ridotti dei teatri sono frequentati da forme viventi particolari, esseri garruli e saccenti, genericamente chiamati: «critica». Per fortuna nelle sere più cupe, quando il fatto esecutivo è ai minimi termini, ci sono eccezioni confortevoli: scambiare qualche battuta (e magari la propria opinione) con Carla Maria Casanova è fra queste. La sua linea di conversazione, franca, leggera e saggia, è sempre assai più costruttiva delle millantate capziosità degli esperti. Leggere il suo brogliaccio intitolato Il Gesto e la Musica (edizioni Zecchini) è ripercorrere un viaggio temporale lungo sessant'anni, popolato di divi capricciosi e bizzarri e da tanti amici fedeli. Desta ammirazione la determinazione e la resistenza fisica dell'autrice, la quale ha esplorato i luoghi più disparati e compiuto itinerari che avrebbero stroncato viaggiatori musicali del cosiddetto sesso forte. Sembra sia stata ovunque, e, come direbbe il Dottor Dulcamara, altrove Ne rimane l'impressione di qualcosa che va perdendosi, un senso dello stupore (il viaggiatore incantato, per dirla con Leskov) accoppiato alla misura e all'educazione anche quando l'abito professionale la induce in tentazione, e Carla Maria gusta il pomo dello scoop o del pettegolezzo.

Altri con la sua esperienza avrebbero inclinato alla malinconia o al ricordo nostalgico: lei no. Questo libro ci racconta come la passione al giornalismo si alimenti con la curiosità e si possa coniugare con il rispetto del prossimo, senza rinunciare alle frecce dell'ironia.

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