Un fucile da caccia usato come traversa per chiudere due porte di legno rovinate dalle intemperie e al tempo stesso sembra raffigurare una croce: è questa l'immagine di copertina per l'edizione italiana di Country Dark, romanzo di Chris Offutt, lo scrittore che l'anno scorso abbiamo conosciuto, e recensito per primi, attraverso la riuscitissima raccolta di racconti Nelle terre di nessuno. Nato a Lexington, Kentucky, 1958, Offutt arriva ora nelle librerie sempre per Minimum fax con Country Dark (traduzione di Roberto Serrai, pagg. 235, euro 18): romanzo che racconta, sin dal titolo, non tanto un'America all'ombra minacciosa della presidenza Trump (come scritto da alcuni giornaloni), ma un Midwest dove tutto sembra essere lontano, ma dove tutti sono pronti a tutto per difendere i propri valori: la famiglia, la libertà e il proprio isolamento. Infatti il termine country dark in inglese si riferisce al «colore del cielo di notte, in campagna». Perché a differenza che in città in quelle terre desolate guardano ancora le stelle.
Offutt ha iniziato questo romanzo con l'intenzione di scrivere una saga: poi è rimasto affascinato dalla figura di Tucker, giovane reduce della Corea, con undici medaglie che lascia nel fondo dello zaino mentre compie migliaia di chilometri per tornare nel suo Kentucky. Attraverso passaggi sui treni merci (come gli hobos de La strada di Jack London), ma soprattutto percorrendo la distanza a piedi. Il romanzo inizia nel 1954 con il ritorno di Tucker un diciottenne che non sembra soffrire troppo della sindrome post traumatica dopo la guerra di Corea: parla poco, non beve, non si fa troppe domande, ma al tempo stesso è veloce e sempre pronto a prendere decisioni anche nelle situazioni più pericolose. Country Dark si svolge in quattro capitoli che sono anche quattro diversi archi temporali: il 1954, il 1964, il 1965, il 1971. Si sposa, ha dei figli che purtroppo sono instabili mentalmente, ma Tucker - contrabbandiere di alcool- li difende dagli assistenti sociali che li vorrebbero dare in affidamento.
Offutt ci racconta anche come gli abitanti degli isolati Monti Appalachi accolgono novità come la televisione via cavo o un'interstatale. E a colpire, oltre la storia dolce-amara, è la scrittura: uno stile talmente incisivo e asciutto che potremmo definirlo una prosa lirica monosillabica e che aiuta a sorridere nel pianto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.