Cultura e Spettacoli

Virzì e De Angelis fanno il pieno di candidature

Le solite facce note: Mastandrea concorre come attore protagonista e anche non protagonista

Virzì e De Angelis fanno il pieno di candidature

E i film che hanno incassato di più, come Poveri ma ricchi di Fausto Brizzi? È uno degli assenti ingiustificati dalle candidature ai David di Donatello 2017, principale riconoscimento cinematografico italiano, che come da tradizione snobba le pellicole più «popolari e assegna riconoscimenti a quelli considerate più d'autore. Giunto alla sua 61esima edizione, è presieduto «ad interim» dal regista Giuliano Montaldo. Nel ricordo dello scomparso Gianluigi Rondi, patròn degli Oscar di casa nostra dal 1958, ieri sono state rese note le nomination alla Casa del Cinema, officiante Sky, che trasmetterà la diretta della premiazione il 27 marzo su Sky Cinema Uno, condotta da Alessandro Cattelan.

Il tappeto rosso scorre parallelo per Indivisibili di Edoardo De Angelis e La pazza gioia di Paolo Virzì, entrambi forti di 17 candidature. Segue, a distanza di un'incollatura, Veloce come il vento di Matteo Rovere, con 16 candidature, mentre Fai bei sogni di Marco Bellocchio si attesta a 10. Con 9 candidature, ecco La stoffa dei sogni di Gianfranco Cabiddu; In guerra per amore di Pif ne colleziona 7. Fiore di Alessandro Giovannesi ne conta 6, Le confessioni di Roberto Andò ne annovera 5. E siccome «un voto per uno non fa male a nessuno», dice Montaldo, ecco Pericle il Nero, per esempio, con una candidatura. Dato lo star system italiano, che ruota sempre intorno ai soliti nomi impiegati anche cinque volte in un anno, c'è Valerio Mastandrea candidato a Migliore attore protagonista, per Fai bei sogni e Migliore attore non protagonista per Fiore. Mentre le due brave protagoniste del film di Virzì, Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi sembrano incarnare lo slogan «prendi due e paghi uno»: entrambe nominate Migliori attrici protagoniste per La pazza gioia.

E se Montaldo lancia il monito: «Meno supermercati e più cinema», lamentando il numero crescente di sale chiuse, inevitabile pensare che, con la crisi perdurante, magari è meglio rinunciare a un film scadente che al pane.

Commenti