Lo Zelensky attore? Derideva Putin

Dopo il messaggio ai Grammy, va in onda (su La7) la fiction col leader ucraino

Lo Zelensky attore? Derideva Putin

Più che una sitcom, un piccolo pezzo di storia. E non solo della tv. È la storia, quella vera, ad aver trasformato un comico con un gran fiuto per i gusti del pubblico in un personaggio per cui è stato speso perfino il nome di Churchill. Sluha Narody, servitore del popolo, la serie di cui La7 ha trasmesso ieri le prime tre puntate, è il programma più celebre del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quello che ne ha definito le ambizioni presidenziali.

In Ucraina è andato in onda dal 2015 alla fine del 2018 (la sua elezione è del 2019). Prima dell'invasione russa era una curiosità da citare quando si parlava di contaminazioni tra show business e politica. La serie, ben accolta a festival e fiere di settore, era stata acquistata solo da emittenti del mondo ex sovietico: Armenia, Kazakistan, Lituania, perfino nella stessa Russia. Poi è cambiato tutto: ieri la serata evento italiana, presentata da Andrea Purgatori; iniziative analoghe ci sono state in mezza Europa, dalla Gran Bretagna alla Grecia.

La vicenda è ormai più che nota: un professore di storia, Vassily Petrovich Goloborodko, imbranato ma di sani principi, viene ripreso con un telefonino da un suo allievo, mentre si scatena in una tirata contro l'immoralità dei politicanti. Il video finisce ovviamente in Rete, Vassily Petrovich (doppiato nella versione italiana da Luca Bizzarri) viene eletto: lo scontro tra la sua onestà e i trabocchetti del potere costituisce il filo conduttore del racconto. È il Frank Capra di Mr. Smith va a Washington, girato 80 anni dopo, e con le ovvie variazioni sul tema: uno sguardo ironico sul mondo post-sovietico e l'abilità del gruppo di lavoro di Kvartal95, la società di produzione che lavora da anni con Zelensky.

In parte gli autori sono gli stessi che gli scrivono i discorsi da presidente in guerra. Come quello di ieri per la notte dei Grammy a Los Angeles «Aiutateci, ma non col silenzio. Riempite il silenzio della morte con la vostra musica»: ha detto Zelensky in un accorato video registrato in inglese. «I nostri musicisti mettono il giubbotto antiproiettile invece dello smoking. Cantano per i feriti. Negli ospedali. Anche per quelli che non li possono sentire. Sulla nostra terra combattiamo la Russia che ha portato un orribile silenzio con le sue bombe. La guerra? Cosa ci può essere di più opposto alla musica?».

Tutt'altro tono si ritrova, come ovvio, in Sluha Narody. Anche se non mancano passaggi che col senno di poi sembrano assumere un significato del tutto diverso da quello originale.

Accade per esempio nel primo episodio, quando al neo-eletto viene presentato lo staff presidenziale, tra cui c'è un suo perfetto sosia. Ma a cosa mi serve, chiede l'interessato. «Semplice», rispondono i funzionari. «La sostituirà bevendo con Luhaschenko (il dittatore bielorusso; ndr) o morendo al posto suo colpito da un cecchino».

Sempre nei primi episodi c'è un riferimento diretto a Putin, con un gioco di parole, tagliato dalla tv russa che aveva comprato la serie (che subito dopo l'episodio incriminato venne cancellata per sempre).

Il semplice e parco Goloborodko viene messo a confronto con i gusti sibaritici del suo collega di Mosca, notoriamente appassionato di orologi costosissimi. L'attore Zelensky parla dell'«Hublot di Putin», facendo riferimento a una nota marca di lusso e nell'originale l'espressione è «Putin Hublot». Non è un accostamento innocente: l'assonanza è con un'espressione che è identica in ucraino e in russo: «Putin huilo» (Putin testa di ...). Da anni, cantata sulle note di Speedy Gonzales, è una specie di inno che unisce le tifoserie sportive del mondo ex sovietico, dalla Lituania fino al Mar Nero, in spregio all'inquilino del Cremlino.

Allora poteva essere un'ammiccante presa in giro (anche se non di buonissimo gusto; ma Zelensky comico non si è mai preoccupato troppo del politicamente corretto). Da quando è iniziata la guerra la frase è diventata qualche cosa di più: un inno di battaglia dei soldati ucraini in combattimento.

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