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«Una via di La Spezia per questi martiri»

«Crediamo che, al di là delle proprie convinzioni personali e dei giudizi sui fatti storici, chi è chiamato a guidare un'istituzione debba sempre e comunque applicare la legge, anche nel caso in cui non la condivida fino in fondo. Per questo, è necessario che quest'anno, dopo l'incomprensibile assenza di iniziative del 2005, gli enti locali della nostra Provincia diano concreta attuazione alla legge 92, approvata a larga maggioranza dal Parlamento il 30 marzo 2004, che istituisce il 10 febbraio di ogni anno la "Giornata del Ricordo" in memoria dei martiri delle foibe e delle centinaia di migliaia di italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia costretti all'esodo dalla feroce pulizia etnica operata dalle truppe del maresciallo Tito. Visto l'apparente silenzio delle nostre istituzioni, abbiamo scritto al prefetto chiedendogli, in qualità di rappresentante del governo alla Spezia, di sollecitare la Provincia, i Comuni e il Provveditorato agli studi a fare quello che prevede la legge e cioè sensibilizzare l'opinione pubblica ed in particolar modo i giovani su questa pagina drammatica della nostra storia nazionale».
Così il presidente provinciale di AN Fabio Greco, il capogruppo in Comune Giacomo Gatti e i due consiglieri provinciali Roberto Rolla e Davide Parodi commentano la lettera inviata al dottor Leopoldo Di Mattia, in cui chiedono al prefetto di sensibilizzare gli enti locali spezzini a celebrare degnamente una ricorrenza nazionale del 10 febbraio prevista dalla legge approvata due anni fa dal Parlamento italiano e finora del tutto disattesa nella Provincia della Spezia
«Troveremmo poco rispettoso della volontà del Parlamento e dello stesso presidente Ciampi, che lo scorso anno ha personalmente onorato le celebrazioni organizzate a livello nazionale in occasione del 10 febbraio - continuano i quattro esponenti di AN - che nella nostra Provincia prevalesse ancora una visione storica "negazionista" e distorta della Storia, che per troppi anni ha fatto scivolare nell'oblio le sofferenze di questi poveri figli d'Italia dimenticati. Un comportamento ancora più grave e disonorevole tenendo conto che alla Spezia vive da oltre cinquant'anni una nutrita comunità di profughi istriani, giuliani e dalmati e di loro familiari, che, dopo lo sfollamento nella caserma Ugo Botti, si sono via via integrati nella comunità cittadina e che sono i testimoni viventi di quella tragedia».
«Tra l'altro - aggiunge Giacomo Gatti, che sull'argomento ha scritto nei giorni scorsi al presidente del consiglio comunale Franco Bravo chiedendogli di prevedere, in occasione del 10 febbraio, la convocazione di un consiglio straordinario e l'illuminazione notturna del palazzo civico per testimoniare la partecipazione attiva dell'amministrazione alla Giornata del Ricordo - c'è ancora da dare seguito alla decisione di intitolare a questi poveri martiri una via o una piazza della città assunta il 4 maggio 2004 dal Consiglio comunale con 31 voti favorevoli e 2 contrari (Rifondazione comunista) ma finora rimasta lettera morta. Sarebbe davvero un bel gesto se, in occasione della Giornata del Ricordo, il Sindaco potesse annunciare ufficialmente quale zona della nostra città potrà ricordare in futuro questa tragedia.


«Chiediamo dunque - concludono Greco, Gatti, Rolla e Parodi - che il 10 febbraio, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge italiana, possa essere convocato un consiglio congiunto Provincia-Comuni per dare giusto risalto alle tragiche vicende accadute nell'immediato dopoguerra sul confine orientale, coinvolgendo in questo appuntamento storici, studiosi e rappresentanti delle comunità coinvolte».

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