Spiate le mail di Gordon Brown Ma stavolta lo Squalo se la ride

LondraQualcuno è già pronto a scommettere che potrebbe trattarsi del più grosso scandalo del nuovo anno.
Per ora, grazie a un’esclusiva del quotidiano The Independent, si sa soltanto che anche Gordon Brown è stato vittima delle intercettazioni illegali nel 2007, quando era Cancelliere dello Scacchiere a fianco dell’allora primo ministro laburista Tony Blair. Secondo quanto scoperto nell’ambito di un’operazione di Scotland Yard denominata «Tuleta», tutta la corrispondenza elettronica di Brown sarebbe stata spiata da detective privati per conto di alcuni giornali nazionali. Le notizie più succose sarebbero poi state pubblicate e sicuramente ce n’erano molte, soprattutto quelle relative al burrascoso rapporto politico che legava a filo doppio i due ex premier laburisti. Brown però non sarebbe il solo politico ad essere stato controllato: la squadra di «Tuleta» avrebbe già identificato altre vittime come un ex consulente laburista, Derek Draper. Inoltre l’ex ministro laburista per l’Irlanda, Peter Hain, ha già confermato di aver avuto colloqui informali con la polizia a proposito di alcune potenziali intercettazioni dei messaggi della posta elettronica del suo computer. In questo caso il periodo è ancora antecedente al 2007.
Secondo quanto riportato ieri dall’Independent, le persone coinvolte potrebbero essere tante quante quelle dello scandalo che sei mesi fa portò alla chiusura di News of the World, se non ancora di più. Un caso da far tremare i polsi all’intera stampa britannica poiché dimostrerebbe con assoluta certezza quello che più volte è stato sostenuto da diversi giornalisti e investigatori privati a proposito delle intercettazioni illegali e cioè che si è trattato di un metodo assai diffuso nelle redazioni di molti quotidiani e tabloid scandalistici britannici.
Nei mesi passati mister Brown aveva ufficialmente accusato «News International» di essersi illegalmente intromesso nella sua vita privata, accedendo perfino ai suoi conti bancari. L’ex premier aveva più volte discusso della questione con le autorità che si occupavano dell’inchiesta sulle intercettazioni e aveva fatto il nome di almeno tre giornalisti del Sunday Times (anch’esso del gruppo di N.I.) in grado di accedere ai suoi dati personali mediante l’utilizzo di tecniche illegali. Anche Draper, ex assistente di lord Mandelson, un altro strettissimo collaboratore di Blair, aveva visto sbattute in prima pagina parti della sua corrispondenza privata che avevano danneggiato sia il partito che l’immagine di Brown quando quest’ultimo era ormai primo ministro.
Nel 2009 furono pubblicati anche dei messaggi che avevano come oggetto una strategia del Labour per screditare l’attuale premier conservatore David Cameron e il tesoriere George Osborne. Anche se su quest’ultime non esiste prova che siano state ottenute illegalmente, il dubbio adesso si fa sempre più forte. Nessun commento per ora da parte dei diretti interessati, ma è probabile che lo scandalo si allarghi a macchia d’olio nei prossimi giorni. «Se infatti l’“Operazione Weeting”, com’era stata soprannominata l’inchiesta che aveva messo nei guai le proprietà di Rupert Murdoch, si era concentrata sull’attività illegale di un singolo giornale, l’operazione Tuleta prende in considerazione l’attività di giornalisti di diverse testate - scriveva ieri sull’Independent l’editorialista Cahal Milmo - ed esamina almeno una ventina di computer che contengono all’incirca 750mila documenti».


Un ammontare immenso di potenziali prove che richiedono una mole di lavoro gigantesca da parte dello staff di Scotland Yard e che nei prossimi mesi potrebbero mettere in ginocchio tutto il mondo della carta stampata britannico.

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