da Roma
Il 10 ottobre del 1999 arriva sul tavolo della commissione Stragi un rapporto di 645 pagine. È il «dossier Mitrokhin», che prende il nome dallex archivista del Kgb Vasily Mitrokhin. Un incartamento pieno di nomi e pseudonimi, per lesattezza 261, di politici e giornalisti coinvolti nella rete di spionaggio messa in piedi dal Kgb per ottenere informazioni a pagamento. Nomi che Mitrokhin ha ottenuto copiando importanti documenti dallarchivio dei servizi segreti russi e ha portato in Inghilterra nel 92. Il dossier fa il giro dEuropa e viene considerato «notevole» dagli 007 britannici. Alla fine della scorsa legislatura il Senato approva listituzione della commissione sul dossier, che viene varata il 16 luglio del 2002, con lelezione del senatore Paolo Guzzanti, di Forza Italia, alla carica di presidente. La Commissione, composta da venti deputati e venti senatori, deve accertare «la veridicità» delle informazioni contenute nel dossier Mitrokhin, sulle attività spionistiche svolte dal Kgb sul territorio nazionale e sulle eventuali implicazioni e responsabilità di natura politica o amministrativa da parte di esponenti del Pci.
Il lavoro della Commissione porta, tra laltro, alla riapertura del processo sulla strage di Bologna. La matrice dellattentato sarebbe stata arabo-palestinese, messa in atto dal terrorista internazionale Carlos come «ritorsione» del Fronte popolare di liberazione della Palestina di George Habbash contro il governo italiano di allora, che aveva disatteso «il patto di non aggressione» stabilito dai servizi italiani con lOlp. La commissione Mitrokhin si è anche occupata del possibile ruolo del Kgb nella pianificazione dellattentato a Giovanni Paolo II nel 1981 e del rapimento dellallora presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro da parte delle Brigate rosse.
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