Spielberg nel giorno della Memoria

Alessandra Miccinesi

A giudicare dalle polemiche innescate alla vigilia dell’uscita, Munich, il nuovo film di Steven Spielberg - sceneggiato da Tony Kushner e ispirato al libro di George Jonas Vengeance - non mancherà di rinfocolare i dibattiti sulla questione israelo-palestinese, tuttora irrisolta. Animato da un cast che affianca Eric Bana al nuovo «James Bond» Daniel Craig, con Mathieu Kassowitz, Ciaran Hinds, Hanns Zischler, Michael Lonsdale, e Geoffrey Rush, Munich è un thriller romanzato che mira più a sollevare domande che a fornire risposte sugli eventi collegati alla strage avvenuta durante le Olimpiadi di Monaco ’72. La notte del 5 settembre, dopo aver violato il Villaggio dei Giochi, un commando di fedayin sequestrò e uccise undici membri della squadra israeliana. «Dimenticate la pace, dobbiamo dimostrare di essere forti» fu la secca replica del premier Golda Meir, che si rifiutò di negoziare con i terroristi e rispose al blitz pianificando l’operazione top secret «Ira di Dio»: nel giro di pochi anni, uno squadrone della morte foraggiato dal Mossad rintracciò e decapitò i vertici di Settembre Nero con attentati sanguinosi compiuti a Roma, Parigi, Francoforte, Cipro, Londra, e Beirut. (in 25 sale e in originale al Warner Moderno). Un buon remake per seppellire (con una valanga di sorrisi) i recenti crac finanziari dei colossi societari statunitensi. Dal regista Dean Parisot, che ha cucito addosso a Jim Carrey e Tea Leoni i ruoli che furono di George Segal e Jane Fonda in Non rubare se non è strettamente necessario - del ’77 diretta da Ted Kotcheff sui falsi miti del XX secolo (denaro e successo) -, arriva sugli schermi Dick e Jane operazione furto. Cosa spinge Dick Harper (Carrey), vicepresidente della prestigiosa Globodyne, società finanziaria capeggiata da un cinico Alec Baldwin, a riciclarsi come rapinatore un giorno dopo l’agognata promozione? Semplice, il licenziamento in tronco (causa fallimento della società truffaldina), evento che costringerà il manager e sua moglie a mettere su una familiare del crimine per mantenere intatti - prato condominiale incluso - gli agi dell’upper class. Ancora risate, stavolta in salsa francese, con una commedia dal sapore farsesco che unisce danza e musica in nome dell'integrazione razziale. Dalla regista Brigitte Rouan arriva Travaux (Eden, Quattro Fontane, Alcazar, Cineland, Ugc Ciné Cité), commedia bizzarra interpretata da Carole Bouquet nel ruolo di un avvocato che perora la causa dei «sans papier» affidando a un manipolo di immigrati incompetenti i lavori di ristrutturazione della sua dimora. Nel cast, oltre a un cammeo di Hugh Grant, anche Aldo Maccione. Arriva, infine, Senza destino di Lajos Koltai. Ispirato al romanzo Fateless del premio Nobel Imre Kertész.

Il film rievoca il dramma di un ragazzino ebreo ungherese (Marcell Nagy) deportato ad Auschwitz e scampato agli orrori dell’Olocausto. Firma le musiche Ennio Morricone (Eurcine, Eden, Rivoli, Madison, Warner Parco de’ Medici).

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