Alle calate dei camalli ha aggiunto quelle livornesi, ma Genova conserva nel suo cuore un posto tutto speciale. In particolare nel cuore gli è rimasto lo stadio «Luigi Ferraris» quello che per anni ha visto soltanto filtrato dai colori rossoblù, e che patemi: momenti belli, bellissimi, altri da dimenticare... Ma se dimenticare non si può, ecco che allora si chiede di tornare. Sì, ma Aldo Spinelli questa volta ci vuol tornare alla grande, da padrone di casa ma del tutto libero dagli artigli del Grifone. Ci vuol tornare con le bandiere amaranto del suo lanciatissimo Livorno. Unipotesi non tanto remota nel momento in cui la squadra allenata da Carletto Mazzone dovesse questanno agguantare la Coppa Uefa e debuttare, la prossima stagione, per la prima volta nella sua storia, sul palcoscenico europeo.
Lo stadio di Livorno, infatti, potrebbe non risultare idoneo ai severi parametri europei. Ecco allora che il presidente Spinelli comincia a guardarsi in giro. Se a Livorno non si può fare, ecco lo stadio di Genova, fresco fresco della sfortunata esperienza blucerchiata in Uefa, o anche, in alternativa quelli di Firenze, Parma, Perugia e Bologna, tutti impianti di primo piano, purché Europa sia. Questo non significa però che il Livorno abbia già abbandonato l' idea di giocare le partite casalinghe nel suo stadio, anzi. La vera aspettativa degli amaranto è quella di restare a casa e di riuscire ad avere, nei prossimi mesi, l'impianto a posto. «Entro il 10 maggio però dobbiamo fornire l' intera documentazione alla Uefa - ha spiegato il segretario generale amaranto, Alessandro Bini - ed è per questo che abbiamo inoltrato queste richieste in giro per l'Italia. Si tratta solo di un modo per ottenere la licenza Uefa e dimostrare di avere tutte le carte in regola per partecipare alla manifestazione europea, ma speriamo che nei mesi successivi il nostro stadio sia adeguato alle norme». Ovvero, almeno 10 mila posti a sedere e un ulteriore investimento di circa 250 mila euro. Il Comune di Livorno non si tira indietro, ma il sindaco Alessandro Cosimi chiede a Spinelli impegni precisi: «Noi stiamo facendo la nostra parte - dice il primo cittadino - e abbiamo già mantenuto impegni riguardanti le norme di sicurezza imposte dal decreto Pisanu, ma vogliamo discutere sul futuro del Livorno e conoscere da Spinelli quali siano i suoi intendimenti.
Che eventualmente potrebbe sempre ripartire da Genova.
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