Lo spoil system spacca la maggioranza Nomine Anas, la protesta di 37 senatori

Tra i firmatari dell’interrogazione anche il diessino Brutti e la verde Donati. La Margherita delusa ora vuole puntare ai vertici di Alitalia, Fs e Poste

Gian Maria De Francesco

da Roma

«Chiediamo chiarimenti su quali criteri siano stati adottati per l’individuazione dei componenti il consiglio di amministrazione dell’Anas e a quali strategie di rilancio dell’ente siano ispirate e se il nuovo presidente e i singoli componenti rispondono coerentemente con gli stessi».
Non lascia spazio alle interpretazioni l’interrogazione al ministro dell’Economia Padoa-Schioppa e a quello delle Infrastrutture Di Pietro sottoscritta da trentasette senatori dell’Unione per far luce sulle modalità di nomina del nuovo cda dell’agenzia governativa che si occupa delle strade. Si tratta di un malcontento sulle modalità di attuazione dello spoil system che sta serpeggiando in larghi strati della maggioranza anche se tra i primi firmatari del documento ci sono due esperti di trasporti (teoricamente super partes) come il diessino Paolo Brutti e la verde Anna Donati.
Ma il caso-Anas era destinato a trascinarsi nelle aule del Parlamento dopo il blitz repentino dell’esecutivo. Prima il ministro Di Pietro ha accusato il vertice precedente di aver creato un buco di 3,5 miliardi di euro con tanto di esposti alla Procura di Roma e alla Corte dei conti. Poi, l’azionista unico ministero dell’Economia nomina un nuovo consiglio presieduto dall’ad di Stretto di Messina (tanto per mettere una pietra sopra anche sul Ponte), l’ex Iri Pietro Ciucci e ben due esponenti dell’Italia dei Valori, Enrico Della Gatta e Sergio Scicchitano. Ai Ds è andato un posto con l’architetto ed ex parlamentare Uberto Siola. Anche i senatori Martinat (An) e Gentile (Fi) hanno chiesto di far luce sulla vicenda.
Ma è chiaro che il regolamento di conti sarà tutto interno alla sinistra. In primo luogo, perché per la seconda volta la Margherita è rimasta al palo. Dopo la nomina del nuovo amministratore delegato di Patrimonio spa, Pierpaolo Dominedò, decisa di concerto tra Ds e prodiani, anche la partita dell’Anas è stata persa su tutta la linea dal partito guidato da Francesco Rutelli. Sempre a vantaggio di uomini provenienti dalla scuola Iri, sponsorizzati dal sottosegretario Enrico Micheli. Il candidato diellino per il cda Anas, il piemontese Vallone, non è stato preso in considerazione. Né può valere a titolo di consolazione che lo stesso Rutelli, in qualità di ministro dei Beni culturali, abbia posizionato simpatizzanti del centrosinistra nei consigli delle Fondazioni liriche.
Il vero potere risiede nelle società pubbliche. E dopo aver forzosamente rinunciato a Patrimonio e Anas sarà necessario puntare con forza su Poste, Ferrovie e Alitalia. La nomina del diessino Mauro Moretti come ad di Fs potrebbe non essere scontata. Allo stesso modo il répechâge di manager scuola Iri come Francesco Mengozzi o Vito Gamberale potrebbe essere messa in discussione. Il dato significativo della vicenda è comunque la scarsa tenuta della commissione nomine di Palazzo Chigi composta dal diessino Migliavacca, dal prodiano Rovati e dal diellino Lusetti.

Il coordinamento non ha mai funzionato perché una delle tre parti ha sempre dovuto abbassare la testa. Finora. Anche perché tra i peones dell’Unione si comincia a mormorare: «Che i prodiani vogliano fare la parte del leone senza avere alle spalle un’area politica è troppo».

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