100 storie un Giro

Elia ci fa felici e vince da vero duro

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Se a Tel Aviv Elia Viviani mi aveva incantato per sicurezza e forza, ieri a Eilat mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta, per la sicurezza e la freddezza mostrate quando l'irlandese Sam Bennett ha provato a stringerlo alle transenne e il veronese, da abilissimo pistard quale è, non si è fatto intimorire. Ha risposto difendendo la posizione, facendo sentire la spalla, la sua presenza, con freddezza e autorità. Ha tenuto la posizione e poi ha rilanciato la bicicletta, dopo aver perso un paio di pedalate, che non gli hanno impedito di vincere nettamente braccia al cielo.

Sono felice per il ciclismo italiano, che in questo avvio di Giro si è fatto onore, vincendo due tappe su due e riportando incoraggianti piazzamenti. Sono felice che il Giro abbia riscosso grande successo in Israele, a testimonianza che la nostra corsa e il ciclismo tutto sono apprezzati in ogni angolo del mondo. Sono felice che sia stata una festa, e la tantissima gente che si è riversata in questi tre giorni sulle strade ne è la più chiara testimonianza. Sono felice anche che il Giro arrivi sulle nostre strade, perché il Giro, fino a prova contraria, è la vetrina più bella per mostrare le nostre bellezze al mondo.

E noi ne abbiamo un'infinità.

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