Palla al centro e hai detto tutto. Tutto per quelli che ci credono, che hanno capito l'importanza di una frase così semplice nella filosofia del pallone e della vita. Palla al centro è la banalizzazione della storia del calcio, ma l'unica sua ragione di vita. Sogniamo tutti la palla al centro: chi sta a casa e chi sta qui, in Brasile, dove il racconto vuole che il pallone sia una ragione di vita anche se oggi pare solo un orpello necessario, ma non indispensabile. Quante volte ci hanno fatto vedere la torcida scatenata nella fantasia di colori e passioni, quel Brasile del tutti pazzi per il pallone. E oggi che ci siamo, che stiamo riportando la palla al centro, alluvionati da milioni di parole, da miliardi di cinguettii e webconnection, da ore di mistificazione del potere telecomunicativo, non sappiamo davvero quale sia il centro della storia e dell'interesse.
Ieri mattina, qui a Mangaratiba, ci siamo svegliati con il tweet più importante della vita di Balotelli: mi sposo e mi sposa, ci ha fatto sapere. Scritto all'una della notte. Immediata la domanda. Ma questo quando dorme? Vabbè la noia del ritiro, ma per un atleta che sta preparando il mondiale forse sarebbe meglio riposare ad ore consone. Balo ci ha fatto sapere che in questo momento la sua palla al centro è il matrimonio con Fanny. Non ci poteva pensare un mese fa o, magari, fra un mese? Sicuri che abbia capito il senso della sua missione? Fare gol nelle porte avversarie. C'è chi pensa al gol, e qui sono in tanti: buon ultimo Immobile. E chi pensa alla vita. D'accordo, la vita non è un gioco, ma oggi i calciatori dovrebbero ragionare con la testa per far funzionare meglio i piedi.
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