L'incredibile slam di Sara e Roberta

Errani e Vinci, prime italiane a vincere un titolo a Wimbledon, trionfano a Londra dopo Melbourne, Parigi e Us Open

L'incredibile slam di Sara e Roberta

nostro inviato a Wimbledon

L'amicizia, si sa, fa fare tante cose, spesso grandiose. E l'amicizia, nel tennis, fa raggiungere risultati incredibili, lo vedi negli occhi di Roberta Vinci e Sara Errani, amiche, sorelle, campionesse. L'amicizia sa cambiare la storia di uno sport, se prendi due ragazze che non avevano niente in comune e le metti insieme con tutta la carovana degli affetti: Sara e Roberta viaggiano così, da anni, con una famiglia allargata che comprende i loro tecnici Lozano e Cinà, le rispettive famiglie bambini compresi, parenti e fisioterapisti. Un team, come dicono loro, praticamente un camper della felicità che gira il mondo alla ricerca di qualcosa che resti per sempre e se davvero alla fine la coppia Errani-Vinci ha fatto la storia battendo 6-1, 6-3 in 56 minuti le pin up Babos-Mladenovic per regalare all'Italia il primo titolo ufficiale di Wimbledon, Sara e Roberta sanno che poi alla fine c'è qualcosa di più del loro Grande Slam personale arrivato al quinto titolo totale nei tornei che contano: c'è la loro amicizia. «La definerei stellare» dice alla fine la Vinci, dopo che le due si sono rotolate ebbre di gioia sull'erba abbracciandosi come si fa tra persone che si vogliono bene davvero, anche quando a volte capita di litigare: «E a Sara passa subito con un sorriso, mentre io sono permalosissima: se mi arrabbio con lei non le parlo per giorni interi».

Ecco insomma, la fotografia che il tennis regala all'Italia: la storia di due amiche per sempre e di due tenniste da record. Errani e Vinci (ma anche Vinci e Errani che sennò magari Roberta...) sono la quinta coppia a fare il Grande Slam della carriera e tra le altre c'è gente tipo la Navratilova e le sorelle Williams, per dire. Roberta dice che non se n'è ancora resa ben conto, Sara invece sì, ed anzi ci pensava anche durante la partita, «perché non sono mai stata emozionata così, neanche quando ho incontrato la Sharapova in finale a Parigi. In quel caso ero completemente incoscente». Ieri no: Wimbledon, in fondo, è un mito che ti entra nel cuore. Così ecco che nel nostro litigiosissimo mondo - tennistico e non -, due ragazze della porta accanto fanno perfino passare in secondo piano la nuova regina dell'erba che poi non è così nuova, visto che Petra Kvitova con un 6-3, 6-0 in meno di un'ora ha rimandato a settembre (cioè agli UsOpen) la predestinata Eugenie Bouchard. E c'è sempre tempo per una rivincita visto che la ceca – dopo aver vinto a Londra nel 2011 – si era un po' persa dietro a crisi fisiche e morali e a un fidanzato, il collega Radek Stepanek, conosciuto nel circuito (dalle altre) come un incredibile rubacuori. Ora lei invece ha fatto di nuovo piangere dalla gioia papà in tribuna con una partita perfetta, «perché tre anni fa sono entrata in un mondo che non era il mio e mi sono persa, mentre adesso ho rimesso le cose a posto».

E deve ringraziare anche un amore di gioventù tornato al suo fianco per sistemare i cocci, ed anche

questo in fondo è il potere dell'amicizia. Come quella tra Vinci ed Errani, quella per cui Roberta – arrivata a servire per il match – sussurra a Sara: «Sono troppo tesa, non ce la faccio. Aiutami tu». Hanno vinto, appunto.

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