Scommessa di Mazzarri far diventare Guarin l'altra faccia di Palacio

"Come giocatore offensivo, seconda punta, rende al massimo"

Scommessa di Mazzarri far diventare Guarin l'altra faccia di Palacio

Non manca più nulla, almeno a parole. Mazzarri soddisfatto, Inter fatta nel suo disegno principale, inno ripescato (pare che senza quel “Pazza Inter”, messo nel cassetto per questione di diritti, tutto sia andato storto), non resta che inseguire la Champions e almeno il terzo posto. La prima partita con il Torino ha scosso gli animi, ma stavolta Mazzarri non ha grandi colpe. Si è adeguato a necessità e ai giocatori a disposizione: un attaccante (Icardi) e mezzo (Osvaldo con problemi fisici) in attesa del Palacio che sta recuperando con l'impronta del toreador di razza. Contro il Sassuolo l'attacco avrà altra faccia. Centrocampo imbottito dei giocatori migliori anche se Hernanes si deve svegliare e Kovacic sbrigarsi nella crescita. Se l'anno scorso i giocatori di fascia erano debolucci, quest'anno non sono cambiati essendo stati integrati solo da Dodò. Infine la parola alla difesa dove Vidic promette di essere leader. «Ha personalità da campione. È un top player», ha raccontato Mazzarri.

Inter che deve ritrovarsi e integrarsi con i nuovi arrivi, ma soprattutto cambiare faccia e anima a Fredy Guarin, la scommessa della stagione. Andati in buca tutti i tentativi di vendita, mantenuto in rosa per volere del tecnico piuttosto che disfarsene in prestito, ora tocca a lui confermare tutte le parole spese finora. Mazzarri deve riconvertirlo in punta di appoggio. Insomma l'altra faccia di un Palacio. «Ci siamo confrontati, ed è d'accordo con me. Come giocatore offensivo, seconda punta rende al massimo e può essere determinante», ha spiegato, probabilmente prima di avere letto i report della sua mezzora contro il Brasile. I portali in lingua spagnola hanno scritto: «Mancanza di ritmo, non dà nulla né in attacco né in difesa». Ecco, Guarin e Mazzarri dovranno sudare per ritrovare un giocatore utile all'Inter. Il posizionamento come punta d'appoggio potrebbe attenuare i difetti del colombiano che, raramente, sa adeguarsi a schemi, sacrificio e disciplina. Il fallimento di ogni trattativa dimostra che il valore di mercato non è poi così alto e che l'Inter ha perso l'occasione in gennaio, quando lo voleva la Juve. Ma se riuscisse il miracolo della conversione in seconda punta, l'Inter avrebbe risolto qualche problema e potrebbe dedicarsi ad altri obbiettivi. Per tutti resta la necessità di ripartire a gran velocità per non perdere altro terreno in campionato. Mazzarri quest'anno punta tanto sulla bontà del centrocampo innervata dalla grinta dei nuovi mastini, M'Vila e Medel. Proprio Medel ha mandato buone notizie.

Basta leggere il commento di La Tercera, quotidiano cileno, dopo la gara con il Messico: «Il più sicuro della difesa, ha giocato centrale. Veloce in anticipo e preciso nel far partire l'azione». Altra musica ed altro calcio. Quello che serve perché Mazzarri dimentichi gli alibi.

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