Via un altro italiano Thohir disegna la sua British Inter

Il club chiude col dg Fassone nonostante buon mercato e squadra in testa. Si rafforza il potere dell'amministratore delegato ex United, Bolingbroke

Via un altro italiano Thohir disegna la sua British Inter

«Vorremmo ringraziare Marco per il suo lavoro nei tre anni all'Inter. Ha sempre fatto del suo meglio per la Società, gli auguriamo ogni successo per il futuro». La firma è di Michael Bolingbroke, il tagliato è il dg Fassone. Era arrivato da Brooks Brothers verso le 19, poco prima della squadra, passo deciso, cellulare all'orecchio, un sorriso dei suoi simile a una smorfia. E sapeva che la sua posizione non era più quella di prima. Marco Fassone giovedì sera alla presentazione della nuova divisa istituzionale dell'Inter nello store di San Pietro all'Orto, era un ex, non si è visto, nel pomeriggio gli era stata comunicata la decisione di Erik Thohir, stava solo raggiungendo la sua abitazione, a pochi passi dall'evento. Alcuni istanti prima era uscito dagli uffici Saras Angelomario Moratti, uno sguardo ai tifosi in attesa della squadra, e poi spedito verso casa, a piedi come suo padre.

L'allontanamento del dg Fassone è un ulteriore segnale del nuovo corso del presidente Thohir che sta gradualmente sostituendo il management dirigenziale con suoi fidi in posizioni nevralgiche. Casualmente o forzatamente sono uomini di Moratti i drop out. Ma non ci sono dissapori, ogni decisione il presidente ricorda che viene presa in comunione con l'ex numero uno. Ed è stato Massimo Moratti, in particolare il figlio, a perorare l'acquisto dell'ex dirigente juventino e portarlo ad Appiano, 30 maggio 2012. Fassone ha pagato la sua forzatura sul rinnovo di Mazzarri, l'affare Guarin con la Juventus che ha sollevato la tifoseria (pagò Marco Branca silurato l'8 febbraio 2014), e un mercato ottimo in entrata, pessimo in uscita. La cessione di Kovacic è diventata una forzatura dopo le mancate cessioni, erano tutti sul mercato tranne il croato, Handanovic e Icardi. L'ex dg è rimasto incastrato fra la pantagruelica campagna acquisti di Mancini e le attenzioni del management per rientare nel fair play finanziario. Ma era un man death walking , poco feeling con tutti, poco lavoro di squadra, uno dei plus assoluti di Thohir.

L'Inter cambia ma resta com'è. Non ci sarà una nuova figura a sostituire Fassone nell'organigramma, i poteri dell'ex dg passano in blocco a Michael Bolingbroke che curerà anche l'aspetto sportivo oltre a quello finanziario, primo referente di Mancini, mentre nelle sedi istituzionali verrà affiancato da Massimo Cosentino, ex segretario generale della Sampdoria, già in quota Inter. Non è una bocciatura per Mancini e Zanetti. Il Mancio non viene distratto dai suoi attuali compiti e riceve inevitabilmente più margine di manovra. Zanetti prosegue la sua scalata come dirigente, ha frequentato il corso di management dello sport all'università Bocconi, il suo inglese non sarà oxfordiano ma è all'altezza: «Quando siamo al telefono -ha fatto sapere-, io e Thohir non finiamo più di parlare di calcio». Cosentino rappresenta una soluzione tampone, non c'è una scadenza, Erick Thohir sarà a Milano mercoledì della prossima settimana e tante cose saranno più chiare.

Fassone ieri mattina era ad Appiano, ha svuotato l'armadietto ed è apparso molto commosso, non se lo aspettava.

Gli altri della vecchia gestione si toccano, non ci sono indizi, ma nessuno può dirsi certo del suo posto di lavoro e spesso non sono i risultati a dare sicurezza. Fassone questo potrebbe anche insegnarlo: «Non me lo aspettavo, un mercato con 18mln di rosso ma tutto concordato con Thohir».

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