La prima Thohinter non aggancia la zona Champions

I nerazzurri rimontano il Bologna poi sbattono sui pali. Llorente e Tevez regalano primato e record di punti nelle tre stagioni di Conte

La prima Thohinter non aggancia la zona Champions

L'anno scorso qui era finita 3-1, terzo posto in classifica conquistato, quattro punti dalla Juve, uno dal Napoli. Eravamo in pieno delirio Strama, quello della striscia. Era il sogno di quest'anno. Niente, due traverse, 1-1, succhiato solo un punto al Napoli, meritava ma qualcosa in meno c'è stato, non solo quei legni, il secondo al 92'. Non era partita forte, l'Inter. Ha tenuto il possesso ma con segnali di caos organizzato in tutti i reparti, e così ha preso subito la metà campo avversaria e anche il contropiede di Cristaldo, palla in mezzo per Kone che arrivava di corsa da fuori Bologna, solo e libero di calciare con tanta buona sorte perchè la palla, a filo d'erba, è passata fra le gambe di Handanovic in uscita. Erano trascorsi solo 12 minuti e fino a quel punto c'era da segnalare solo un giallo di Taider per intervento rude su Morleo. Ottanta minuti per ribaltare il risultato per una squadra che punta in alto sono tanti, subito Palacio ha ricevuto da Guarin e sparato su Curci, al 37' seconda palla gol clamorosa su discesa di Jonathan e palla girata di un soffio fuori di testa ancora dell'argentino. Nel frattempo tanti pasticci e la perdita di Nagatomo per infortunio, in una difesa inedita formata da Campagnaro, Rolando e Juan Jesus. Indurimento al polpaccio sinistro per l'esterno giapponese, eredità dell'ultima trasferta in patria, il dottore ha preferito fermarlo, al suo posto Alvaro Pereira, generoso ma anche re dei pasticci. Inter a testa bassa, al 44' prima Taider e poi Pereira calciano due lungo linea a non più di due metri dalla riga di porta, la palla passa sotto il naso di Curci senza incontrare altri ostacoli, al 46' una punizione di Guarin, botta spaventosa, sfiora la barriera e incoccia sulla traversa, non c'è neppure il tempo di battere il corner, l'Inter all'intervallo ci va sotto di un gol, non succedeva da una vita. Considerazioni spicce dopo 45': quante volte Mazzarri ha ripetuto che prendere questi gol in contropiede è da somari? Ce lo siamo sentiti ripetere pure noi in conferenza stampa, tanto che ci è venuto a noia. Figurarsi a loro. Cambiato qualcosa? Neppure per idea, dopo dieci minuti della ripresa Bianchi ha stangato su azione di contropiede da quasi trenta metri e Handanovic ha respinto di braccio con intervento prodigioso. E questo nonostante quattro minuti prima Jonathan avesse infilato Curci con la collaborazione involontaria di Sorensen per l'1-1. Onestamente il divario era evidente. Il Bologna ha fatto quanto ha potuto, ma tutto nella sua metà campo, grande prova di generosità e sofferenza su ogni palla e nessuno sfogo per prendere un minimo di respiro, sempre sotto pressione, sempre al limite. La partita non ha mai cambiato la sua inerzia iniziale, ci si aspettavano i gol dell'Inter ad ogni azione, Cambiasso è riuscito a metterla fuori da due metri, Guarin di piatto destro ha sfiorato l'incrocio dei pali su incursione tambureggiante portata da quattro, cinque compagni. A venti dalla fine l'assedio era ancora più evidente, a quel punto c'era in campo Kovacic per un nervosetto Taider a rischio secondo giallo, mentre Perez era stato sostituito per evidente sfinimento fisico. Erano questi i pochi momenti di respiro per il Bologna. Altre carte in mano a Mazzarri ce n'erano ma l'unica vera opportunità sarebbe stata quella di lasciare avanzare Diamanti e fratelli, per ripartire rapidi e giocarsela sulla coppia Palacio-Guarin.

Oppure spingere dentro Belfodil alla ricerca del suo primo gol in maglia nerazzurra. Mazzarri le ha provate tutte e due, il Bologna ha finito con la squadra sulla riga di porta ma ha meritato il punto, il calcio è anche qualità mediocre ma unione d'intenti.

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