Addio choc a San Siro

No di Inter e Milan alla ristrutturazione. Si torna al 2019 e al piano A: un nuovo stadio nella stessa area. Che bordate da Barbara Berlusconi

Addio choc a San Siro
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La telenovela su San Siro riparte (quasi) dalla prima puntata. Back to the 2019, quando partì il tormentato iter per un nuovo stadio di Milan e Inter a San Siro, vicino all'impianto storico che nei piani iniziali doveva essere demolito. Progetto naufragato e sostituito mesi fa dall'ipotesi di restyling del Meazza caldeggiata dal sindaco Beppe Sala per evitare la fuga dei rossoneri a San Donato e dei nerazzurri a Rozzano. Ieri i club hanno incontrato Sala a Palazzo Marino per dare una risposta e l'esito è stato negativo. «Le due squadre hanno fatto lunghe analisi di fattibilità tecniche ed economiche sul piano presentato da Webuild e hanno concluso che il Meazza non è ristrutturabile, o almeno non a costi accessibili». Ma è rispuntato il vecchio «piano A». «La loro proposta è di tornare all'idea di un nuovo stadio nell'area di San Siro». Scatterebbe anche l'acquisto e rifunzionalizzazione del Meazza, per farci altro. Sala non vuole ammettere che si sono persi 5 anni, «non si riparte da zero ma da una serie di atti già votati e da un'espressione molto precisa del Consiglio comunale».

Presenti al vertice di un'ora e mezza l'ad del Milan Giorgio Furlani (non il presidente Paolo Scaroni reduce da un piccolo intervento), per l'Inter l'ad Alessandro Antonello e i manager di Oaktree Katherine Ralph e Carlo Ligori. Le squadre hanno avanzato tre richieste «per poter dire con certezza che si procederà in questa direzione». La prima: conoscere esattamente il valore del Meazza e delle aree, il Comune avrà a giorni una prima valutazione dall'Agenzia delle Entrate «in ottica di vendita con gara pubblica», non si parla più di concessione per 90 anni. Secondo nodo da slegare: il vincolo che può scattare dal 2025 sul secondo anello (o dopo, se faranno fede i 70 anni dai collaudi). Se la proprietà non sarà pubblica ma privata l'eventuale vincolo «potrebbe alleggerirsi molto» e i tempi di risposta saranno accelerati. Sala e squadre incontreranno la prossima settimana la Sovrintendenza per «capire quanto e come potrebbe incidere il cambio di proprietà». Terzo, i tempi per chiudere l'operazione e diventare proprietari». A breve termine «ci presenteranno un progetto che conterrà nuovo stadio e una rifunzionalizzazione di San Siro». Molto dipenderà ovviamente dal vincolo («che si possa arrivare all'abbattimento è molto difficile, lo sanno anche loro»). Sono previste funzioni commerciali, museali, sportive (i club hanno bisogno di spazi per le squadre femminili e giovanili). Sala ha posto «una sola richiesta. Chiariremo velocemente i tre aspetti ma per avviare le procedure e metterci la faccia dovranno confermare che quella sarà l'unica ipotesi in campo, basta incertezze. A questo punto vedremo la luce verde abbastanza a breve». Dall'Inter trapela un giudizio positivo sull'incontro. Da fonti Milan viene definito un passo di lato più che avanti: in attesa di risposte ai quesiti resta focalizzato per ora San Donato.

Per Barbara Berlusconi, ex ad Milan, la vicenda stadio è «umiliante per una città come Milano, simbolo di modernità e innovazione. Una commedia all'italiana. Si sono persi mesi per constatare l'ovvio: i costi per ristrutturare San Siro sono insostenibili.

Come nel gioco dell'oca si torna sempre al punto di partenza». Il presidente del Senato Ignazio La Russa concorda «parola per parola» col giudizio «impietoso sulla giunta di sinistra. Riproporrò di costruire il nuovo stadio e considerare intoccabile il Meazza».

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