ADL e Spalletti il coraggio e la verità

La partita a scacchi fra Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis ha in palio una sola posta ed una sola risposta: chi ha avuto più coraggio?

ADL e Spalletti il coraggio e la verità
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La intrigante, ed ultima, partita a scacchi fra Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis ha in palio una sola posta ed una sola risposta: chi ha avuto più coraggio? Il fuoriprogramma è divertente, non si può negare ai protagonisti un certo senso dello spettacolo. Ma chi la spunta nel quiz finale? L'altra sera Adl, da Fabio Fazio, ha raccontato di un passo indietro di Spalletti («Mi ha chiesto un anno sabbatico») e lui non si è opposto per spirito di generosità. «Giusto lasciarlo andare, bisogna dare senza aspettarsi nulla».

Ieri Spalletti, a Coverciano premiato da Ussi e Movimento cristiano lavoratori, ha confermato. «Ho detto che mi sarei preso un anno, sono anche stanco. Mi sono chiesto se sarei riuscito a ridare al Napoli quel che merita, restituire la grandezza che ti dà. Mi sono risposto: no. Mi fermo per allenare Matilde, mia figlia, non so cosa significhi anno sabbatico, se qualcuno vuole infilarsi gli stivali con me...». Ecco Spalletti ha inciso la sua verità. Adl ha circumnavigato lo scoglio.

Quale sarebbe stato il coraggio di Adl? Evitare di arrivare a questo punto mettendo da parte il protagonismo spinto. Indimenticabile la scena di lui nel mezzo del campo, al Maradona, mentre la squadra era a Udine a festeggiare. Adl non ha avuto coraggio di dire: ho sbagliato nel gestir il rinnovo del contratto con Spalletti. Non ha avuto il coraggio di ammettere: ho sbagliato anch'io.

Gli scudetti li vince, prima di tutto, chi va in campo. Adl è arrivato a raccontare che Spalletti nemmeno conosceva i giocatori comprati. Il tecnico ha chiarito che non conosceva solo Anguissa, ma si è fidato di Giuntoli. Spalletti, a sua volta, forse ha omesso di estrinsecare la fatica a sostenere il rapporto con un presidente così caratterialmente pesante: basta vedere com'è finita con tutti gli altri tecnici. Ma almeno ha avuto il coraggio di dire: mi fermo io. Senza pensare al soldo. D'accordo, è benestante ma il calcio ci ha abituato a tutto.

Peccato, perché il Napoli ha vinto e divertito grazie a tutti

loro, insieme e appassionatamente. Poi c'è il coraggio che significa agire con il cuore, aver cuore. E Adl non ha avuto cuore di ferire il suo Io. Spalletti, invece, ha avuto il cuore di non offendere la sua intelligenza.

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