Napoli Raramente si è visto don Aurelio ai bordi del campo seguire gli allenamenti. Invece per due giorni non ha staccato gli occhi dai calciatori e dal suo nuovo pupillo, speranzoso, anzi convinto che mister Gennaro faccia il miracolo. Gli ha affidato la squadra, in maniera meno diretta rispetto a Carletto, perché adesso o la replica arriva dal campo o sono guai seri. Gattuso sul prato verde e il boss tra la panchina e gli uffici di Castel Volturno, tramando, sorridendo, ammiccando, mediando. D'accordo, sono appena tre giorni di lavoro ma la classifica non aspetta visto l'enorme ritardo accumulato nell'ultimo mese: oggi c'è il Parma al San Paolo, tra una settimana la trasferta contro il Sassuolo. Sarebbe ingeneroso dare della prima e ultima spiaggia a queste sfide ma il tempo non fa sconti: sei punti fattibili in palio, o si accende questa benedetta scintilla oppure anche il modesto obiettivo sbandierato dal neo mister di arrivare quarti, sarà sempre più utopia.
Le intenzioni sembrano buone, tipiche dei primi giorni di scuola. Lo snodo essenziale passa attraverso una riqualificazione dei rapporti tra calciatori e club, l'oggetto del disaccordo resta quello delle multe. Gattuso si è offerto nel ruolo di mediatore, ben conoscendo i frutti che potrebbe produrre in caso di missione positiva. Il presidente è lì che aspetta i risultati (ovviamente): se si riprende a vincere, tornerà parzialmente sui propri passi. E allora sotto con il lavoro, perché non esiste altra strada per recuperare i tanti, troppi punti lasciati per strada: s'è lavorato di più in questi ultimi giorni, sedute di due ore, accumulata più fatica del solito visto che non ci saranno per un bel po' impegni di Champions. Nuove regole, nuove metodologie, quel mantra urlato da Ringhio che risuona a metà tra la minaccia e lo scherzoso durante la pausa: «Avete un solo minuto per bere». E poi controlli severi, non solo alimentari, per appurare che la vita degli azzurri sia sempre sana e da veri professionisti.
C'è infine la questione tattica, la più importante. Quasi a muso duro, i leader della squadra confessarono ad Ancelotti di voler tornare al tridente. Gattuso ha ammesso di detestare le due linee da quattro e di optare per il sarriano 4-3-3. Dunque, due più due fa quattro e allora già oggi rivedremo i tre centrocampisti e i tre attaccanti. Allan vertice basso è più di un'idea che frulla nella testa, forse con Fabian Ruiz a destra e Zielinski a sinistra.
Chi in attacco? Insigne, metà Masaniello e metà equivoco tattico, ha influito non poco sull'esonero di Ancelotti: l'allenatore ci ha parlato a lungo, farà un tentativo per riportarlo all'ovile ma per lui valgono le regole generali, nessuna eccezione perché è napoletano o capitàno. Milik centravanti ci può stare e poi ci sarà da sfogliare la margherita tra Lozano, Callejon e Mertens. Chi sarà il primo scontento? Intanto è già stato bloccato Amrabat del Verona per la prossima stagione.
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