Agnelli, frustata a Conte sugli azzurri: «Li allena spesso, di cosa si lamenta?»

TorinoLa Juventus, la Ferrari e anche la nazionale. Come da tradizione di famiglia. Nel giorno dell'ufficialità dei rinnovi di Buffon (fino al 2017) e Chiellini (2018), Andrea Agnelli sogna di salire sul tetto del mondo sia con la Signora che con il Cavallino: «Fosse per me, lo farei fin da quest'anno. La realtà è che ci vuole pazienza, specie con la Ferrari. Terminato questo campionato, Marchionne avrà poi ben chiaro e definito il percorso necessario per riportare la squadra in cima al mondo. Credo però che se ne riparlerà nel 2016, perché il prossimo anno penso sia già compromesso». Diverse sono invece le prospettive bianconere, perché «credo davvero che la Juve valga le prime otto d'Europa. Una volta arrivati lì, poi ce la si gioca e conta magari anche un po' di fortuna. La nostra ambizione è alzare al cielo la Champions, ma vale sempre la pena ricordare che il Real ci ha messo dieci anni per vincere la “decima”: il che rende l'idea della difficoltà dell'impresa».

E poi ci sono l'azzurro, l'Italia e l'allarme lanciato nei giorni scorsi dal suo commissario tecnico Antonio Conte. Uno che con la Juve ha avuto legami strettissimi, ma che Agnelli non cita per nome e cognome: «Il rapporto tra la Nazionale e i club è perfetto, non capisco dove siano i problemi. Di tempo per lavorare insieme la Nazionale ne ha avuto parecchio: noi rispettiamo i regolamenti e le date che sono ufficializzate con largo anticipo dalla Fifa. Sappiamo quando dobbiamo lasciare andare i nostri giocatori e siamo orgogliosi di essere tra i maggiori fornitori della squadra azzurra.

Davvero non capisco quale sia la difficoltà. Il ct francese Deschamps, quando lo ritiene opportuno, chiama Pogba e magari in futuro farà lo stesso con Coman: quel che vale per tutti i selezionatori, vale anche per l'Italia». Palla a Conte: o no?

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